“Andare in bici. Le ragioni del pedalare”. Il vademecum per gli amanti delle due ruote.

Economica, veloce, sostenibile: la bicicletta è la Regina della Mobilità Smart. Protagonista intramontabile dello Slow Living metropolitano oppure preziosa alleata “fendi-traffico”. Ed è proprio alla bicicletta che Ercole Giammarco dedica il suo vademecum tascabile dal titolo “Andare in bici. Le ragioni del pedalare”, edito da Garzanti. Una guida pratica per chi ha già scoperto tutti i vantaggi della bicicletta e per gli aspiranti Bikers: dai consigli per pedalare in ogni occasione a quelli per scegliere la bici più adatta, fino ai suggerimenti per la manutenzione – dagli escamotage anti-foratura fino alle luci “furbe”.

Sognando che anche le nostre città possano un giorno somigliare ad una vera “eco-metropoli” ciclabile, come Copenaghen – con 359 chilometri di piste ciclabili, oltre 43 di vie ciclabili verdi e ben 650.000 biciclette contro 125.000 auto – non dobbiamo dimenticare che anche il Belpaese ha già la sua città delle biciclette: Ferrara. Una città a misura di ciclista, nella quale l’89,5 per cento dei 135.000 abitanti possiede una bicicletta e quelli che la usano tutti i giorni sono più del 30 per cento. E non mancano altre felici eccezioni, come le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle quali importanti investimenti infrastrutturali hanno permesso collegamenti con il passo del Brennero, quello di Resia, San Candido alla fine della Val Pusteria, la Val Monastero che sbocca nel Cantone e Grigioni, Salorno nella valle dell’Adige e da lì, con le ciclabili austriache e svizzere.

Ercole Giammarco
Ercole Giammarco “Andare in bici”

Il vero cicloturismo, ricorda l’autore, è uno stile di vita che consente di riscoprire il vero piacere del viaggio in bicicletta in tutta sicurezza, anche in famiglia. Premesse indispensabili sono, ovviamente, le piste ciclabili non interrotte, con servizi di accoglienza, di ristoro e di assistenza lungo il percorso, una segnaletica omogenea e non discontinua, la possibilità di affittare in loco un mezzo, e la certezza di poter ricoverare in albergo il proprio mezzo.

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La strategia vincente? Sfruttare la soluzione treno più bici, ovvero l’intermodalità, che permette di usare la bici dove si preferisce per poi spostarsi verso altre zone in treno, caricando la bicicletta o lasciandola in una ciclofficina se è in affitto.

“Le persone scelgono la bici il più delle volte come le donne scelgono le scarpe: la bici giusta è proprio quella che ci piace di più”, ricorda Ercole Giammarco. “Spesso assomiglia al suo ‘padrone’, come i cani nella Carica dei 101, e diventa una inseparabile compagna di viaggio. Ma prima dei consigli per la scelta, una doverosa raccomandazione: non fatevi affascinare da biciclette dalla geometria fantascientifica e piene di gadget, perché spesso le bici migliori sono pensate per sottrazione”. Ecco, quindi, i consigli sulle diverse tipologie di biciclette: ‘City bike‘ è la soluzione ideale in città grazie all’assetto di guida confortevole, ai parafanghi e al paracatena, alle ruote adatte ad ammortizzare le asperità delle vie dei centri storici (sampietrini, pavé, rotaie del tram). Un cambio, solitamente a sette velocità, permette, inoltre, di affrontare anche brevi salite senza sudare. Adattissima anche per le gite fuori porta.

Ancora la Mountain bike, fatta per salite e discese su sentieri, sterrati, terreni sconnessi. Costosa e leggera, non sostituisce però una gamba allenata, ma per iniziare una bici mono-ammortizzata può andare più che bene, ma vanno evitati i cambi entry level perché in montagna sono sottoposti a sollecitazioni notevoli.

Segue la bicicletta a scatto fisso (single speed): nate a New York, quando i bike messengers (atletici universitari o sottoproletari arrabbiati) hanno cominciato a togliere pezzi dalle loro bici, fanno leva su due semplici equazioni: meno pezzi = meno peso e meno pezzi = meno guasti. É una bici simile a quella che usano alle Olimpiadi i pistard, cioè i velocisti da pista. Quindi vecchio telaio di acciaio da corsa, due ruote, un sellino, due pedali e un manubrio. Niente freni, niente cambio (ecco perché si chiamano single speed), niente luci né parafanghi. La pedalata è «fissata» alla ruota posteriore (da qui l’altro nome usuale: fixed), nel senso che non c’è il meccanismo della ruota libera.

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Ci sono poi le Bici pieghevoli: super cool, ultra costose, sono veri capolavori di ingegneria meccanica: si aprono e chiudono in venti secondi. Ultrasottili maneggevoli, sono perfette da infilare nel bagagliaio o da caricare in treno, risolvono alla radice anche il problema dei furti.

Per chi cerca un ottimo rapporto performace/prezzo l’autore consigliac’è poi la tipologia delle bici da corsa: i telai delle bici da corsa possono essere di diversi tipi: indistruttibile e dalle grandi prestazioni l’acciaio; confortevole anche su terreni accidentati e, oggi, con un ottimo rapporto performance/prezzo il carbonio; economico, ma poco confortevole sulle lunghe distanze l’alluminio. Il TP (Telaio Perfetto) però è in titanio: racchiude in sé le caratteristiche migliori di tutti i materiali, potenziandole, e costa uno sproposito. Il budget di spesa raccomandato è compreso fra i 600 e gli 800 euro.

Infine, la bicicletta a pedalata assistita (e-bike): non abitate in pianura e non potete evitare salite più o meno lunghe e più o meno ripide? Vi piacerebbe muovervi in bici, ma la forma fisica lascia a desiderare? La risposta alle vostre esigenze è la e-bike, la bici a pedalata assistita dotata di un piccolo motore elettrico. Come funzionano? Le caratteristiche essenziali sono, ovviamente, il motore elettrico e le pile, le migliori delle quali sono oggi quelle al litio, che si caricano in due ore e mezzo a una normale presa di corrente casalinga e assicurano un’autonomia dai 40 ai 150 chilometri. Il consiglio in più: è possibile scegliere se comprare una bici a pedalata assistita già nata come tale, oppure aggiungere il kit a una bici «tradizionale», con costi che non superano i 500 euro.

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Un volume che include anche numerosi consigli per i ciclisti per una manutenzione “Smart”: forare una delle ruote è uno dei peggiori incubi del ciclista, un incidente che colpisce sempre nei momenti sbagliati o peggio, quando si sta vivendo la giornata perfetta. Come prevenire questo tragico evento? Scegliendo i copertoni imperforabili. Con un costo superiore di circa il 30%, cambierete la vostra vita per sempre, ricorda l’autore.

E se non volete che vi rubino la bici, c’è una regola elementare: comprate un catenaccio “serio”, affidabile, che un ladro non può rompere se non con l’ausilio di strumenti troppo ingombranti da u­sare in strada. Infine, anche la scelta delle luci è molto importante. Quelle con la classica dinamo si rompono facil­mente, e in più funzionano solo quando siete in movimento. I led asportabili spesso sono (appun­to) asportati dai ladruncoli, mentre le pile, che costano un bot­to, si consumano in fretta. Le migliori sono sicuramente le luci a indu­zione magnetica: si montano sul mozzo di ciascuna ruota e funzionano grazie al magnete che si fissa su un raggio della ruota, e con il suo movimento gene­ra una corrente elettrica. Dunque sono sempre ac­cese mentre si pedala; non si possono rubare (a meno di smontare la bicicletta); sono robustissime. Inoltre, non hanno pile e quindi sono eco­logiche ed economiche”.