Anche il nuorese chiede l’attenzione degli incapaci di Giunta e Consiglio regionale.
Continuano a emergere appelli per un cambio di rotta nella gestione politica della Sardegna, con una crescente pressione rivolta alla maggioranza guidata da Alessandra Todde. Critiche alla conduzione politica che, come rilevato negli ultimi tempi, si moltiplicano in tutto il territorio, alimentate da una percepita inadeguatezza delle istituzioni regionali nell’affrontare le sfide cruciali dell’Isola.
L’ultimo appello, in ordine di arrivo, è stato lanciato dalla Rete delle Associazioni-Comunità per lo sviluppo, rivoltasi direttamente alla presidente nuorese Alessandra Todde e al presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini.
Organizzazioni della provincia di Nuoro, in sintesi, che hanno chiesto interventi immediati per invertire il declino demografico ed economico, sottolineando l’urgenza di politiche più efficaci per fermare l’esodo giovanile e rilanciare la competitività del territorio.
Rete civica nuorese, in particolare, che ha sottolineato la necessità di un “approccio nuovo e coraggioso” per ridurre gli squilibri territoriali, sollecitando scelte di sviluppo e investimento più lungimiranti.
Tuttavia, nonostante gli allarmanti dati statistici sullo stato della Sardegna, l’attuale classe dirigente regionale sembra incapace di rispondere alle sfide, a partire dalla presidente Alessandra Todde, passando per le figure di spicco dell’Esecutivo – come non citare “l’assessora che non si indigna più” – e fino ad arrivare ai meno quotati “pianisti” (un tempo critici) del Consiglio regionale.
Nel frattempo, da 24 anni, in Sardegna i decessi superano le nascite. Ma, nonostante ciò, si continua a ignorare il tema dell’inclusione dei giovani, verso i quali nella regione guidata dai “migliori” non si ha neanche l’accortezza di aggiornare l’unica pagina web istituzionale dedicata ai cittadini under25. Giustamente che cosa si può aggiungere non avendo la minima capacità esecutiva o legislativa? Ma sì! Che si prosegua con l’a produzione l’emissione di assegni in bianco per questa o quella organizzazione portatrice di voti e interessi tramite l’approvazione di emendamenti puntuali in Consiglio regionale o di delibere di Giunta. Difficile, però, assistere al minimo cambio di passo.
Parallelamente, perdiamo giovani talenti spesso altamente qualificati e si va, in mancanza di atti e di tavoli permanenti appositi, verso la perdita delle forze migliori della Sardegna. Regione dove la maggioranza Todde sta attivamente contribuendo a questa fuga, preferendo interventi simbolici (per non dire paraculi), come per esempio l’approvazione nell’ultima approvazione di bilancio di un murales da 60mila euro, alle riforme strutturali.
Condivisibile, quindi, la richiesta della rete associativa nuorese quando chiede alla “marmaglia al Governo” politiche generali con una ampia e intelligente visione del futuro, “capaci di arginare la perdita demografica, il declino economico, la carenza di infrastrutture, la riduzione dei servizi e lo spopolamento”.
Ma può una maggioranza che approva l’affidamento diretto nell’ultimo assestamento di bilancio di un murales da 60mila euro (promosso da uno spin-off giovanile del Partito Democratico Sardo) avere la lungimiranza di promuovere politiche disruptive per il bene dell’Isola? Alla luce delle scelte recenti, la risposta sembra purtroppo evidente.