Allarme competenze in Italia: 1 adulto su 4 ha scarse capacità cognitive, nel Sud quasi 1 su 2.
Un quadro sempre più preoccupante emerge dal rapporto “Le competenze cognitive in Italia nel contesto internazionale”, presentato dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) in occasione della Conferenza Nazionale PIAAC – ciclo 2. L’indagine, condotta nell’ambito del Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC) dell’OCSE, evidenzia livelli di competenza significativamente inferiori alla media internazionale, con marcate differenze territoriali.
Il rapporto analizza le capacità degli adulti italiani nei tre principali domini cognitivi: lettura e comprensione dei testi (literacy), utilizzo delle informazioni matematiche (numeracy) e risoluzione di problemi in contesti dinamici (adaptive problem solving). I risultati offrono una fotografia dettagliata della situazione del Paese, individuando le aree critiche su cui intervenire con politiche pubbliche mirate.
Secondo il rapporto, il 26% della popolazione tra i 16 e i 65 anni ha competenze carenti in tutti e tre i domini cognitivi, un dato nettamente superiore alla media OCSE del 18%. Il 35% degli italiani, infatti, ha difficoltà nella lettura e comprensione dei testi (contro il 26% della media OCSE). Il 25%, ancora, ha scarse capacità matematiche e il 46% fatica a risolvere problemi in situazioni dinamiche (ben al di sopra del 29% della media OCSE).
Il divario tra Nord e Sud è evidente. Se nel Nord-Est solo il 13% della popolazione adulta presenta competenze ridotte in tutti e tre gli ambiti, la percentuale sale al 19% nel Centro, al 21% nel Nord-Ovest, fino ad arrivare al 40% nel Sud e al 46% nelle Isole.
La situazione si ribalta per i cosiddetti high performer, ovvero coloro che eccellono in almeno un ambito. Solo il 5% degli italiani raggiunge livelli avanzati nella lettura e comprensione dei testi (media OCSE: 12%) e solo il 6% ha alte competenze matematiche (media OCSE: 14%);
Il rapporto conferma il ruolo determinante dell’istruzione e del contesto familiare nella formazione delle competenze cognitive. L’invecchiamento della popolazione e i flussi migratori emergono come fattori che influenzano negativamente le competenze medie degli adulti, in particolare nel Mezzogiorno e nel Nord-Ovest.
Tra il 2012 e il 2023, il livello medio di competenze in Italia è rimasto sostanzialmente invariato, ma con un peggioramento significativo nel Sud e nelle Isole. Tuttavia, secondo le stime INAPP, se la struttura demografica fosse rimasta la stessa del 2012, i dati sarebbero stati migliori, con una stabilità nel Sud e un miglioramento nel Nord-Ovest.
Di fronte a questi dati, il presidente di INAPP, Natale Forlani, ha lanciato un appello: “Investire in istruzione e formazione è ormai una priorità nazionale. Servono politiche efficaci e un impegno congiunto di istituzioni e attori sociali per potenziare le competenze della popolazione adulta, incluse quelle digitali, fondamentali per affrontare il mondo del lavoro e la vita sociale. È inoltre essenziale analizzare in modo integrato l’impatto dell’invecchiamento e delle migrazioni sul capitale umano del Paese”.
L’indagine PIAAC conferma dunque che il gap di competenze in Italia rappresenta una sfida cruciale per il futuro economico e sociale del Paese, richiedendo interventi urgenti e strutturali.