Agricoltura, rischio restituzione fondi all’Ue. CSA: “Serve piano straordinario per pratiche arretrate”.
In sistema burocratico regionale, caratterizzato da una pessima gestione dei dipendenti e dei processi, si sta correndo il rischio di restituire fondi all’Unione europea. Un dato di fatto lamentato oggi dal Centro Studi Agricoli che ha chiesto alla Regione del “Governo dei migliori” di autorizzare urgentemente “un piano straordinario per potenziare gli uffici istruttori di ARGEA, anche con incarichi temporanei a professionisti esterni”.
Ritardi capaci non solo di scuscitare grande preoccupazione per i ritardi nei pagamenti della PAC e del CSR/PSR da parte dell’Organismo pagatore Sardo ARGEA, ma anche di non permettere alle aziende del comparto in Sardegna di poter programmare alcun piano di sviluppo, con il rischio concreto di dover restituire ingenti somme (circa 50 milioni di euro di fondi UE) a Bruxelles.
Al momento, ricordano dal CSA, la data ultima per istruire le pratiche e pagarle a allevatori e agricoltori Sardi è quella del 31 Dicembre 2025 secondo la formula (n+3) stabilita dalla UE.
Servono, quindi, misure straordinarie per incentirvare la produttività nelle agenzie sarde responsabili per il settore agricolo, come quella di autorizzare progetti obiettivo interni incentivati economicamente, allo stesso personale di Argea, dove chi vi aderisce potrà lavorare fuori dall’orario di lavoro.
Inutile, invece, il tentativo dell’amministrazione regionale di aprire i bandi della misura 13 Benessere animale e quello della misura 4.1 Investimenti nelle aziende agricole facendoli ricadere sui fondi del ciclo di programmazione 2014/2022 anziché sulla nuova programmazione 2023/2027. Idea, prontamente bollata come “una furbata che da sola non risolverebbe il rischio di restituire fondi a Bruxelles”.
“Non spendendo i fondi stanziati nell’annualità 2025 non si fa altro che accumulare e ritardare la spesa del ciclo 2023/2027 e se non si risolve il problema strutturale nel 2027 ci si troverebbe nella stessa situazione di oggi – spiegano dall’Associazione Centro Studi Agricoli -. Riteniamo che sia giunto il momento non più rinviabile che la Regione decida e completi la riforma degli Enti Agricoli e di Argea stessa. Guardando anche a un suo definitivo potenziamento e non scaricando funzioni dell’Agenzia LAORE che per statuto è e deve restare un’Agenzia di assistenza tecnica per agricoltori e allevatori e non un secondo Ente Istruttore e pagatore di pratiche”.
Riforme, però, difficili da pianificare e calendarizzare con un Governo regionale incapace e guidato, in attesa della fine della melina del Consiglio regionale, da una presidente dichiarata decaduta dalla Corte d’Appello di Cagliari.