Agricoltura. L’Ue vuole attrarre i giovani. Si smetta allora con le iniziative tokeniste.

L’Ue vuole riportare i giovani nel settore dell’agricoltura. Lo conferma il primo pilastro della “visione per l’agricoltura e l’alimentazione” presentata dalla Commissione europea, la nuova strategia mirata a sostenere il rinnovo generazionale nelle campagne europee.

Una iniziativa, però, che per essere sostanziale necessità di un profondo cambio di paradigma e correttivi, a partire dallo stop al finanziamento degli Stati europei (e a cascata delle regioni d’Europa) senza una “sincera” azione di monitoraggio degli interventi. Troppe, infatti, sono state le iniziative “alla Ruraltrainer” (giusto per ricordare il caso Sardegna) che negli anni hanno promosso percorsi di formazione ed educazione all’imprenditorialità in agricoltura decisamente scarsi e di pessimo impatto.

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Ancora, si dovrebbe superare la rigida impostazione (per esempio in Italia) della condizione di “giovane imprenditore agricolo”, aumentando i premi per il primo insediamento in agricoltura (cosa pensano di poter ottenere con premi da 35mila euro per l’avviamento) e intervenendo principalmente sugli imprenditori agricoli di prima generazione. Quelli, in sintesi, che meritano di maggiore supporto in mancanza di una storia familiare in agricoltura.

Inoltre, sempre per rimanere sul pezzo, bisognerebbe che dalle parti della Commissione europea si smettesse di operare come semplici bancomat e iniziare ad adottare un approccio critico verso i propri Stati membri non interessati a legiferare in materia secondo il principio dell’innovatività e dell’inclusione dei giovani nel settore. Perchè, per esempio, ostinarsi a sostenere in tale frangente un Paese come l’Italia il cui Governo continua a dimostrare autoreferenzialità, approcci tokenisti verso i giovani e gestire le poche risorse a sostegno ai giovani senza coinvolgere tali beneficiari all’interno di un processo partecipativo e sinergico?

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Pensa forse l’Ue di riuscire a realizzare il progetto di una “agricoltura attraente e inclusiva per i giovani” in assenza di tali correttivi? Da Palazzo Berlaymont arriveranno iniziative in tal senso? Non è dato saperlo ma, guardando al pregresso e all’attuale composizione della Commissione Ue, l’impressione è che si proseguirà lungo il filo rosso della solita narrativa tokenista, condannando l’Ue a perdere ulteriori percentuali di competitività nel medio-lungo periodo e ad assistere inerme alla progressiva desertificazione delle aree rurali d’Europa.