Agricoltura biologica, l’Ue deve correggere il tiro per la Corte dei Conti europea.
Nonostante gli oltre 12 miliardi di euro erogati negli ultimi 10 anni, il settore biologico europeo non è decollato, grazie anche a politiche e strategie lacunose e incongruenti. A ‘seminare’ i dubbi sull’efficacia del sostegno dell’Ue all’agricoltura biologica è la Corte dei conti europea, per la quale “l’attuale strategia presenta carenze significative” a partire dalla mancata definizione di una visione di insieme e di valori-obiettivo per il settore del biologico al di là del 2030.
Se da un lato, grazie ai miliardi di euro che l’UE fornisce ogni anno, si è ampliata la superficie coltivata con metodi biologici, dall’altro si è prestata troppo poca attenzione ai requisiti e alle esigenze del settore. Di conseguenza, la produzione biologica rimane un mercato di nicchia ed è probabile, avvisa la Corte, che in questo ambito l’UE “abbia sbagliato mira”.
La diffusione dell’agricoltura biologica varia notevolmente da uno Stato membro all’altro: si passa da meno del 5% della superficie agricola di Paesi Bassi, Polonia, Bulgaria, Irlanda e Malta a oltre il 25 % in Austria.
Secondo gli auditor della Corte, è possibile che il sostegno della PAC ignori gli obiettivi ambientali e di mercato. Ad esempio, gli agricoltori possono ricevere fondi dell’UE anche se non applicano la rotazione delle colture o gli standard in materia di benessere degli animali, princìpi fondamentali dell’agricoltura biologica. Gli auditor hanno inoltre rilevato che è una prassi giuridica comune autorizzare l’utilizzo di sementi non biologiche per coltivazioni biologiche. Insomma, i soliti paradossi europei…
Il sostegno della PAC al biologico, ancora, è sempre stato mirato a compensare gli agricoltori per i costi aggiuntivi e il mancato guadagno dovuti al passaggio dall’agricoltura tradizionale a quella biologica ma, per ricevere i fondi dell’UE, gli agricoltori biologici non sono tenuti ad assicurare una produzione biologica: è anche per questo che tale produzione continua a costituire un mercato molto piccolo, che rappresenta non più del 4 % dell’intero mercato degli alimenti dell’UE.
Più in generale, la Corte mette in discussione la strategia dell’UE in questo ambito. Sebbene l’attuale piano d’azione per il settore rappresenti un miglioramento rispetto al precedente, mancano elementi chiave: non sono ancora previsti obiettivi adeguati e quantificabili per il settore biologico, né modi per misurare i progressi compiuti. Inoltre, la Corte evidenzia la mancanza di una visione strategica al di là del 2030, che apporti la stabilità e la prospettiva a lungo termine necessarie per il successo del settore.