Agenzie dell’UE: errori in materia di appalti. Corte dei conti: “Serve trasparenza”.
Se da un lato, secondo la relazione annuale di audit pubblicata in data odierna dalla Corte dei conti europea, nel 2023 la maggior parte delle 43 agenzie dell’UE ha gestito bene le proprie finanze, dall’altro l’istituzione non ha emesso un giudizio di audit positivo per quattro agenzie sul modo in cui esse hanno speso i fondi dell’UE. La Corte osserva che le procedure di appalto pubblico restano la principale fonte di irregolarità, e individua ambiti di miglioramento per 34 agenzie
Situate in 23 Stati membri, le 43 agenzie dell’UE svolgono compiti di natura tecnica, scientifica o di regolazione, o attuano programmi di spesa operativa. Impiegano oltre 16 000 persone, circa un quinto di tutto il personale dell’UE. La maggior parte delle agenzie è finanziata quasi interamente dal bilancio generale dell’UE. Le altre sono finanziate, in tutto o in parte, mediante tasse/tariffe/commissioni e oneri versati da soggetti pubblici e privati che partecipano alle loro attività.
“La gestione finanziaria delle agenzie dell’UE è generalmente buona, ma rileviamo ancora errori in materia di appalti pubblici”, ha dichiarato François-Roger Cazala, membro della Corte. “Riteniamo che le procedure di aggiudicazione e di esecuzione degli appalti debbano essere migliorate, assicurando il pieno rispetto delle norme applicabili, in modo da ottenere il miglior impiego possibile delle risorse”.
Su 43 agenzie, 39 hanno ricevuto un giudizio di audit positivo relativamente ai pagamenti a valere sull’esercizio 2023. Le quattro rimanenti (quattro anche nel 2022 e una nel 2021) sono l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), l’Autorità europea del lavoro (ELA), l’Agenzia per la cibersicurezza (ENISA) e l’Agenzia per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA). Nel caso dell’EIT, il motivo alla base del giudizio con rilievi espresso dalla Corte è stato il livello stimato di errori nelle sovvenzioni da esso gestite. Per le restanti tre agenzie, invece, il giudizio con rilievi era basato su irregolarità riscontrate nelle procedure di appalto o nell’esecuzione dei contratti. Queste ultime, sottolinea la Corte, dovrebbero prestare particolare attenzione alle norme stabilite nel regolamento finanziario.
In aggiunta, la Corte richiama l’attenzione su debolezze procedurali nei sistemi di gestione e di controllo, quali la mancanza di controlli adeguati precedentemente all’autorizzazione delle operazioni, carenze nella delega dei poteri o la separazione delle funzioni. Inoltre, alcune agenzie dovrebbero migliorare il rispetto del termine ultimo obbligatorio previsto per i pagamenti: sebbene l’importo totale degli interessi di mora pagati sia basso, la frequenza dei pagamenti tardivi potrebbe nuocere alla loro reputazione.
L’importo complessivo di risorse proprie riscosso dalle agenzie dell’UE nel 2023, esclusi i contributi al Fondo di risoluzione unico riscossi dal Comitato di risoluzione unico dell’UE, è stato di 1,1 miliardi di euro, circa un quarto delle dotazioni finanziarie combinate di tutte le 43 agenzie dell’UE per quell’anno. Si distinguono vari flussi di entrate (ad esempio, certificati, autorizzazioni, contributi, tasse di registrazione e diritti di proprietà intellettuale), che sono fissati in modo diverso da un’agenzia all’altra. Non tutte le agenzie interessate sono state in grado di individuare in modo chiaro e di comunicare in modo trasparente e distinto i costi delle attività che generano entrate proprie e di quelle finanziate dal bilancio dell’UE. Tali costi sono importanti per migliorare il processo decisionale e, in particolare, per far sì che le tasse/tariffe/commissioni siano fissate a livelli che non comportino disavanzi o avanzi significativi. A fini di piena chiarezza e trasparenza, la Corte raccomanda a ciascuna agenzia che riscuote entrate proprie di comunicare le informazioni pertinenti in modo facilmente comprensibile nei suoi conti annuali definitivi, nella relazione annuale di attività consolidata e nel documento unico di programmazione.
foto corte dei conti europea