Africa, Bilde: “Cina detiene 21% debito africano”.
All’inizio della pandemia, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale hanno esortato il G20 a istituire il DSSI (Debt Service Suspension Initiative), ovvero l’iniziativa per la sospensione del servizio sul debito. Dal maggio 2020, il DSSI ha così aiutato i Paesi africani più vulnerabili a concentrare le proprie risorse sulla lotta alla pandemia e sulla salvaguardia delle vite umane. Nel corso degli anni ben quarantotto dei 73 Paesi coinvolti hanno partecipato all’iniziativa, sospendendo circa 12,9 miliardi di dollari debiti dovuti dai Paesi partecipanti ai loro creditori, tra i quali svettano Cina e Stati Uniti d’America.
Il big player asiatico, in particolare, è uno dei principali finanziatori del continente africano, detenendo almeno il 21% del suo debito, concentrato principalmente in Angola, Camerun, Etiopia, Kenya e Sudafrica.
Data la rilevanza del tema, nonché la ricorrente mancanza di trasparenza all’interno dei movimenti finanziari verso il continente africano, l’eurodeputata francese del gruppo Identità e Democrazia ha sollevato la questione della sostenibilità del debito africano, interrogando la Commissione europea su eventuali aiuti ai Paesi africani alla luce delle stime del centro di ricerca statunitense AidData, secondo il quale il debito nascosto in Africa – non segnalato al DRS della Banca Mondiale – ammonterebbe a circa 40 miliardi di dollari.
Sulla questione l’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell ha dichiarato che “la Commissione è consapevole della crescente vulnerabilità del debito nei Paesi africani” e che “sostiene con forza gli sforzi internazionali volti a rafforzare la trasparenza dei dati sul debito e ad affrontare il problema del debito nascosto”.
“Tra le iniziative di rilievo in questo ambito – prosegue Borrell – vi sono l’attuazione dell’Accordo FMI-Banca Mondiale (MPA) per affrontare le vulnerabilità emergenti del debito, le linee guida operative del G20 per il finanziamento sostenibile e le linee guida del G20 per la trasparenza del debito”.
foto Copyright European Union