Afghanistan, Stefania Pucciarelli: “Difficile credere alle promesse dei talebani”.
“Continua l’impegno della Difesa per evacuare dall’Afghanistan chi, avendo collaborato con gli italiani per costruire un futuro migliore per il proprio Paese, è ora esposto a rischio ritorsioni. Grazie al lavoro di pianificazione e coordinamento che il nostro neo-istituito Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) sta svolgendo con l’operazione AQUILA OMNIA, diversi voli dell’Aeronautica Militare, sono già atterrati in Italia: l’ultimo è atterrato a Fiumicino con a bordo 203 persone. Queste si aggiungono a quelle già trasferite con i primi voli dei giorni scorsi e a quelle che seguiranno nel prossimo futuro sulla base delle programmazioni in atto”. E’ quanto dichiarato oggi, sullo stato delle operazioni di evacuazione dal Paese dell’Asia centrale, dalla Sottosegretaria alla Difesa, Stefania Pucciarelli.
“In questi giorni – prosegue l’esponente dell’Esecutivo Draghi – il nostro Paese sta facendo uno sforzo enorme per contribuire a portare in salvo le persone che in questi 20 anni hanno collaborato in vari modi con l’azione della comunità internazionale. Perché si ha ragione di temere forti ritorsioni nei loro confronti. Mi riesce difficile credere pienamente nelle recenti promesse di circostanza fatte dai talebani! Sono, soprattutto, molto preoccupata per il futuro delle categorie più deboli in quel martoriato Paese, in particolare per la condizione delle donne. Sono idealmente vicina a tutti gli afghani e le afghane che in questi anni non hanno esitato ad esporsi, lottando per il riconoscimento dei loro diritti e per le altre indispensabili battaglie di civiltà”.
“Il ritorno al potere dei talebani e le loro prime reazioni alle manifestazioni di dissenso non possono non destare profonda amarezza e grande preoccupazione; sono chiare, al di là dei primi proclami, le gravi ripercussioni che potenzialmente gravano sulla popolazione afgana. L’esempio più eclatante sono le donne afgane che già in questi primi giorni sono oggetto di discriminazioni e minacce dei talebani. Nelle città conquistate, scuole e università sono state immediatamente chiuse alle donne, mentre molte lavoratrici sono state costrette a lasciare la propria occupazione. Sono certamente segnali preoccupanti che potrebbero vanificare gli sforzi compiuti negli ultimi anni per tutelare i basilari diritti della condizione femminile in Afghanistan, donne ‘colpevoli’ – conclude Pucciarelli – solo di essere nate in un’area in cui essere femmina significa essere condannata ad una vita priva di diritti e di identità”.