Aeroporto di Cagliari, le associazioni di categoria: “Alessandra Todde Elude il problema”.

Tira, come sempre, vento di polemica sulla vicenda dell’aeroporto di Cagliari-Elmas e della sua governance. Ad innescare il nuovo contrasto oggi sono stati i rappresentanti di Confcommercio e Federalberghi Sud Sardegna dopo le dichiarazioni rilasciata alla testata Sardegnagol dalla Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, a margine dell’incontro indetto dalla Cisl Sardegna.

“La presidente Todde ha rilasciato oggi alcune dichiarazioni di chiarimento che, però, non chiariscono granché. Anzi,
purtroppo eludono il problema e forniscono alcune informazioni inesatte. Siamo certi che la presidente sia stata male informata e vogliamo sempre cogliere il senso ultimo delle sue dichiarazioni: l’aeroporto di Cagliari deve rimanere in mani pubbliche”, ribadiscono Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sud Sardegna, e Fausto Mura, presidente di
Federalberghi Sud Sardegna.

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“Nel merito e circa le inesattezze, è utile precisare che non è vero che il superamento del limite dei cinque milioni di passeggeri imponga una cessione delle quote alla Camera di commercio, mentre è verissimo che il superamento di quel limite prevede il raddoppio del capitale sociale. Ciò che può ben essere realizzato dalla CCIAA di Cagliari-Oristano in considerazione della sua elevata patrimonializzazione – precisano Bertolotti e Mura –. In relazione all’elusione del
problema, invece, giova ricordare allo staff giuridico della presidenza che la questione intorno alla quale l’intera vicenda si snoda è la procedura con la quale si intendono cedere le quote dell’aeroporto di Cagliari. E cioè bypassando la gara pubblica che consentirebbe, nel caso in cui proprio si voglia vendere la porta di casa, di farlo al miglior offerente e alla migliore proposta industriale”.

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“Che la Regione – concludono – voglia un controllo sull’aeroporto è cosa buona e giusta. Non lo realizza certo con una quota del 5%. In sintesi, se la presidenza, meritoriamente, intende perseguire i principi di legalità, trasparenza e buona amministrazione, non ha che da chiedere che si seguano pedissequamente i punti decretati dalla Corte dei conti”.

Punti che prevedono che la Camera di Commercio non esondi i suoi limiti geografici, che si rispettino le norme europee e nazionali in materia di cessione di patrimonio pubblico e che non si aggirino le norme poste a garanzia della concorrenza tra gli operatori economici”.

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