Garlatti: “Non trattiamo i minorenni come criminali irrecuperabili”.

Baby gang. Baby criminali. Baby rapinatori. Tutti termini che ricorrono sempre più spesso nei titoli di stampa, radio e tv. Dietro queste parole, però, ci sono persone: ragazzi e ragazze minorenni. Giovani che hanno come tutti gli altri una serie di diritti, tra cui quello a un futuro.

“Si tratta di un tema che non riguarda solo i diritti in ambito giudiziario – spiega l’Autorità garante Carla Garlatti – ma tocca tantissimi diritti dei minorenni: da quello all’educazione e all’istruzione a quello alla non discriminazione, dal diritto al benessere a quello al tempo libero. È necessario restituire spazio alle persone, andando oltre al semplice racconto dei fatti: autori e vittime non sono ciò che hanno commesso o subito. Riflettere sui problemi legati al disagio, alla devianza e al sistema penale minorile non è solo un’esigenza ma una responsabilità, resa ancora più urgente dall’impatto che la pandemia ha prodotto nella vita dei giovani”. 

Minorenni nei servizi di giustizia minorile, illustrazione Giulia Neri

“Non parliamo di giovani irrecuperabili – sottolinea Garlatti – ma di minorenni con diritti da tutelare. Vogliamo provare a comprendere come questi ragazzi possano riscoprire il futuro, un futuro che già esiste ed è compito della società e di tutti noi tracciare i percorsi per ritrovarlo. Però la nostra attenzione deve andare anche alle vittime: dobbiamo farci carico dei loro bisogni e delle loro aspettative, anche ricorrendo agli strumenti della giustizia riparativa. Il diritto a riscoprire il futuro e a sentirsi parte della società è pure il loro”.  

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“C’è una responsabilità – osserva a margine l’Autorità garante – che ricade su tutti, anche sugli operatori dell’informazione. Comprendo che il termine ‘baby gang’ sia più immediato a livello comunicativo, però non solo dà molto spesso una rappresentazione distorta della realtà ma può anche generare ulteriori danni: identificazione, emulazione e compiacimento. E una responsabilità si ha pure nei confronti delle vittime, soggetti sui quali richiamo l’attenzione: ragazze e ragazzi che hanno diritto di avere supporto e rispetto da parte di tutti”.