Accordo militare Libia-Turchia. Sospendere il processo di adesione turca all’UE
Lo scorso 27 novembre 2019 a Istanbul è stato siglato un accordo tra Turchia e Libia sulla cooperazione militare e la demarcazione dei confini marittimi tra i due paesi, con il quale si definisce una linea che identifica le rispettive zone economiche nel Mediterraneo.
Un accordo condannato dai governi di Grecia e Cipro perché copre un’area rivendicata da Atene e Nicosia e che dovrebbe ospitare il tracciato di un gasdotto per collegare i giacimenti di gas del Mediterraneo orientale con i mercati europei.
Le conseguenze per l’UE potrebbero essere gravi in quanto la Turchia potrebbe utilizzare il trattato per imporre alle aziende europee, tra le altre cose, di rinunciare alle ricerche di giacimenti di gas nelle acque territoriali di Cipro, area in cui i turchi stanno già facendo delle trivellazioni abusive al largo della costa, quindi in acque europee.
Alla luce di questa criticità internazionale, in una recente interrogazione parlamentare, gli eurodeputati Carlo Fidanza, Nicola Procaccini, Raffaele Fitto, Pietro Fiocchi e Raffaele Stancanelli hanno chiesto alla Commissione europea di intraprendere azioni per la difesa degli interessi nazionali della Grecia e di Cipro, Stati membri UE e di interrompere in maniera definitiva i negoziati per l’adesione della Turchia all’UE e di azzerare i finanziamenti europei nel Paese del Presidente Erdogan.
Oggi il Vicepresidente Josep Borrell, a risposto all’interrogazione a nome della Commissione europea: “Il 12 dicembre 2019, il Consiglio europeo ha adottato alcune conclusioni in cui si afferma che il memorandum d’intesa Turchia-Libia sulla delimitazione delle giurisdizioni marittime nel Mar Mediterraneo, lede i diritti sovrani degli Stati terzi, e, di conseguenza, non è conforme al diritto del mare e non può produrre alcun effetto giuridico. Il Consiglio europeo ha inoltre riconfermato la posizione dell’Unione europea in merito alle attività illegali di trivellazione della Turchia nella zona economica esclusiva di Cipro”.
Il rappresentante della Commissione europea ha poi comunicato il punto sull’azione europea verso il vicino turco: “L’11 novembre 2019, il Consiglio ha adottato un quadro di misure restrittive in risposta alle attività di trivellazione non autorizzate della Turchia nel Mediterraneo orientale. Il quadro prevede la possibilità di applicare il divieto di viaggio e il congelamento dei beni nei confronti di persone o entità che siano responsabili o coinvolte in attività di trivellazione collegate alla ricerca e alla produzione di idrocarburi senza l’autorizzazione della Repubblica di Cipro, nel suo mare territoriale o nella sua zona economica esclusiva, ovvero sulla sua piattaforma continentale. Il Consiglio ‘Affari Generali’ ha ribadito lo scorso 18 giugno 2019, che, sebbene la Turchia rimanga un paese candidato, i negoziati di adesione con la Turchia sono giunti di fatto a un punto morto”.
Importante anche la decisione di ridurre il sostegno finanziario UE alla Turchia: “Inoltre – continua il Vicepresidente Borrell – la Commissione ha ridotto di 1,3 miliardi di euro il sostegno finanziario dell’UE alla Turchia per il periodo 2017-2020. La Commissione ha riorientato i finanziamenti verso la società civile, la democrazia e lo Stato di diritto e in altri settori in cui l’assistenza dell’UE sostiene gli interessi dell’UE (quali la migrazione e la connettività).La Commissione continuerà a monitorare e valutare gli sviluppi su tali questioni, in particolare nell’ambito della relazione annuale sulla Turchia la cui pubblicazione è prevista per la primavera del 2020”.