Abbandono scolastico, Deriu (PD): “Piaga per la Sardegna”.

In Sardegna le politiche giovanili non sono mai state considerate come un tema centrale nell’agenda politica regionale, come dimostra l’unico tentativo di legge regionale del 1999, la numero 15, capace di destinare l’esosa cifra di 10milioni di lire (circa 5000 euro di oggi) per le iniziative e il coordinamento delle attività a favore dei giovani in Sardegna. Una cifra rappresentativa dell’attenzione dimostrata dalla politica regionale verso i giovani sardi negli ultimi 20 anni.

Non sorprende, perciò, la drammaticità dei dati registrati anche sul fronte della dispersione e dell’abbandono scolastico in Sardegna. Criticità acuitesi all’interno di un sistema d’istruzione ancora poco aperto alle innovazioni e alla collaborazione con le organizzazioni giovanili del territorio isolano.

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Una vera e propria fobia verso l’ibridazione con le forze più fresche e innovative del territorio che, alla luce delle mutate esigenze della società, impone uno sforzo collettivo per il rovesciamento dell’attuale paradigma educativo. Un quadro patologico, quello della scuola sarda, che potrà migliorare soltanto attraverso una programmazione regionale di lungo periodo.

Un’esigenza richiamata, per certi versi, anche in un recente intervento del consigliere regionale del Partito Democratico, Roberto Deriu, che ha riportato alla memoria del Consiglio regionale la necessità di pensare ad una programmazione solida a contrasto dell’abbandono scolastico che possa anche agevolare la piena realizzazione degli studenti di ogni ordine e grado: “In Sardegna la dispersione e l’abbandono scolastico rappresentano ancora dei problemi enormi per i nostri giovani e per il loro futuro. L’emergenza sanitaria in atto ha evidenziato le numerose criticità dell’istruzione pubblica di ogni ordine e grado. Ma una cosa è certa: la drammaticità della condizione studentesca, dovuta alla difficoltà di accesso ai percorsi di formazione e al proseguimento di quelli già avviati, non è iniziata con il Covid, ma ben prima”.

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“È evidente – ha proseguito Deriu – che la condizione giovanile soffra l’assenza di politiche tese all’abbattimento di dispersione e abbandono scolastico che non possono essere inquadrate in un intervento una tantum, bensì in una programmazione solida e duratura nel tempo, capace di consentire l’accesso dei giovani all’iter formativo e la loro piena realizzazione nella scuola di ogni ordine e grado. Lo stesso approccio utilizzato negli ultimi anni per il diritto allo studio universitario deve essere seguito per la scuola: l’abbandono spesso è dovuto all’acuirsi delle condizioni socio-economiche delle famiglie, impotenti di fronte agli ingenti costi dell’istruzione pubblica e lasciate sole”.

“Se non interveniamo con celerità i dati tenderanno a peggiorare, soprattutto in seguito all’avvento dell’emergenza sanitaria in atto; l’aumento dei costi socio-economici, individuali e collettivi, e delle disuguaglianze, condurrà una sempre più crescente fetta di popolazione giovanile ad essere socialmente esclusa”.

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