Abbandono neonati, Angelo Ciocca: “Ogni anno 3000 gli abbandoni in Italia”.
Lo scorso anno in Italia è stato raggiunto il record minimo di nascite, con un totale di 392.598 nuovi nati, e un nuovo aumento degli abbandoni dei neonati. A ricordarlo, recentemente, l’eurodeputato di Identità e Democrazia, Angelo Ciocca: “Secondo i dati della Società Italiana di Neonatologia, sono 3.000 quelli che ogni anno vengono abbandonati, circa 1 bambino su 1.000. Sono infatti sempre più numerosi i casi di ritrovamento di neonati lasciati per strada o nei cassonetti. Le ragioni che si celano dietro questi gesti – prosegue – sono diverse e complesse, ma spesso attribuibili alla mancanza di supporto del sistema Paese che non riesce ad intercettare e intervenire nel corso dei nove mesi della gravidanza”.
Nonostante la risoluzione 1624/2008 del Consiglio d’Europa inviti gli Stati membri a “prevedere sostegni a favore delle donne incinte, nonché l’accompagnamento al parto” e “l’assistenza medico-sociale postnatale della madre, del padre e del bambino”, il problema dell’abbandono dei neonati continua a costituire un fenomeno sociale inaccettabile non solo in Italia ma in tutta Europa.
Un problema, l’abbandono dei neonati, che si collega, oltre alla scelta di non avere figli, a cause mediche, problemi economici, disuguaglianze, precarità e disoccupazione femminile. Elementi sui quali il paradigma politico a sostegno delle donne in gravidanza richiede un nuovo aggiornamento per intercettare con anticipo i casi di difficoltà.
Nessuna mancanza di tutela da parte dell’Ue è invece stata rimarcata dalla Commissaria Helena Dalli, intervenuta sul tema a nome dell’Esecutivo von der Leyen: “L’UE ha adottato norme e politiche a sostegno delle donne incinte, introducendo in particolare una normativa a protezione dei diritti delle lavoratrici gestanti, nello specifico attraverso la direttiva 92/85 in materia. Ha inoltre istituito un quadro giuridico per i congedi familiari, che promuove l’equa ripartizione delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne. Sostiene inoltre un’assistenza all’infanzia accessibile, a costi sostenibili e di alta qualità, nello specifico attraverso le raccomandazioni del Consiglio sull’educazione e la cura della prima infanzia (“ECEC”) e le raccomandazioni del Consiglio sulla garanzia europea per l’infanzia, che mirano ad agevolare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e chiedono un accesso effettivo e gratuito ai servizi di ECEC per tutti i bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale”, conclude la Dalli.
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