A Sassari l’omaggio di DanSoul a Rudolf Nureyev.

Una delle opere della danza classica rivive a Sassari come omaggio a Rudolf Nureyev nel trentennale dalla scomparsa. Domenica 2 luglio alle 20, sul palcoscenico del Teatro Verdi, DanSoul Studio presenta La Bayadère, l’ultima fatica artistica del celebre ballerino russo, che nel 1992 aveva rielaborato e perfezionato la composizione per il Ballet de l’Opéra national de Paris, lasciando in eredità un gioiello tersicoreo indimenticabile.

Originariamente composta su libretto e coreografie di Marius Petipa e Sergei Hudekov con musiche di Ludwig Minkus, per essere eseguita la prima volta nel 1877 al Teatro Bol’soj Kamennyj di San Pietroburgo, La Bayadère sarà proposta al Verdi per tre ore di spettacolo nella trasposizione coreografica di Sharon Podesva, liberamente ispirata alla versione del “tartaro volante” (com’era soprannominato Nureyev per la sua impressionante agilità).

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“Oltre a essere il più grande ballerino di tutti i tempi è stato anche uno straordinario coreografo – ha affermato Podesva – e noi vogliamo rendergli omaggio presentando a Sassari un evento di questa portata. La DanSoul sta crescendo ed è alla ricerca di sfide sempre più elevate, con l’idea di offrire al pubblico la reinterpretazione dei capolavori che hanno fatto la storia della danza classica, gli stessi che in Sardegna è raro vedere perché manca un vero e proprio teatro dell’opera”.

E sarà certamente un appuntamento raro, grazie all’impegno della considerevole macchina organizzativa, capace di mettere insieme composizione, adattamento delle coreografie, costumi, scenografie e musiche.

Il balletto in quattro atti è ambientato in un fantasioso regno indiano dove atmosfere esotiche si fondono al la purezza espressiva della danza. Le bayadère sono le danzatrici del tempio e le custodi del fuoco sacro devote agli dei. Tra queste spicca la protagonista, Nikiya, innamorata di Solor, il miglior guerriero del paese. I due si giurano amore eterno davanti agli dei ma, colpo di scena, Solor è costretto a sposarsi con Gamzatti, figlia del rajà, che fa uccidere Nikiya.

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Il terzo atto, “Il regno delle ombre”, è uno dei brani più importanti del repertorio coreutico mondiale, tanto che viene spesso rappresentato da solo perché racchiude l’essenza della danza classica nella sua forma più alta: in questo passaggio, Solor è in preda ai rimorsi e fa uso di oppio, va così in trans e si ricongiunge con lo spirito della sua amata.

Questo atto rappresenta anche il finale delle versioni russe, dalle quali è stato censurato il quarto momento, in cui la vendetta degli dei sfocia nel dramma, con lo scatenarsi di un terremoto che spazza via la famiglia reale e tutti i complici dell’omicidio. La bayadera si ritrova così nell’aldilà unita al suo guerriero.

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Nikiya è interpretata da Martina Fancellu, mentre Gamzatti da Lucrezia Lecis e Solor da Danilo Calabrese.