A Sassari il primo prelievo a cuore fermo

Venerdì 11 ottobre è stato un giorno speciale per l’Aou Sassari e per la sanità nell’Isola. Si tratta del primo prelievo di organi a cuore fermo che ha comportato il prelievo di fegato, cornee e reni destinati a pazienti in attesa a Roma e a Padova: “Abbiamo segnato un momento storico per la sanità della nostra regione e per la nostra azienda” ha detto oggi il direttore generale, Antonio Lorenzo Spano, commentando la realizzazione dell’avvio del progetto prelievi di organi a cuore fermo avviato a Sassari.

“È la prima donazione a cuore fermo in Sardegna e questo ci rende veri e propri “pionieri”. L’avvio del programma – aggiunge Paola Murgia, coordinatrice locale dei trapianti e responsabile del Coordinamento ospedaliero procurement (Cop) dell’Aou di Sassari – ci rende orgogliosi, perché ci mette al pari con altre regioni d’Italia – e sono poche -, tra le quali il Veneto, l’Emilia Romagna, la Lombardia”.

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La donazione a cuore fermo, in particolare, è un programma di donazione di organi da donatore cadavere che viene effettuata da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici (Donor after Circulatory Death – DCD), diversamente dai donatori in morte encefalica, programma già da anni regolarmente svolto nella nostra Regione, nei quali l’accertamento di morte viene effettuato con criteri neurologici (Donor after Brain Death – DBD). Aspetto peculiare della donazione a cuore fermo è dato dalla certificazione di morte con criteri cardiologici che in Italia può avvenire solo dopo venti minuti di arresto cardiaco registrati con elettrocardiogramma, per cui, per evitare che gli organi possano risentire della c.d. ischemia calda sistolica (ovvero quella fase in cui il circolo è fermo e gli organi sono in sede, ma non perfusi dalla circolazione ematica, né fisiologica, né artificiale, né sostenuta da manovre di rianimazione cardiopolmonare), occorre mettere in atto tecniche specifiche e un rigoroso rispetto dei tempi, che presuppone una elevata professionalità ed una perfetta sinergia tra i diversi operatori.

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A introdurre il programma nell’Isola è stata, recentemente, la delibera regionale 29/1 dello scorso 7 agosto, con l’istituzione di un apposito tavolo tecnico di appoggio presso la Direzione Generale della Sanità.

Un evento che non ha mancato di animare “la corsa al bollino” dell’Esecutivo regionale che, operando in un contesto sanitario decisamente tenuto in vita dalla sola ed esclusiva professionalità degli operatori sanitari, sta dimostrando di poter fare ben poco, in perfetta continuità con il precedente mandato Solinas.