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Elkann: “Senza Stellantis in Italia l’auto sarebbe scomparsa”.

Bisogna ringraziare la famiglia Agnelli-Elkann se l’automotive italiano (anche se ora si opera in Olanda) è ancora rappresentato? Sembrerebbe di sì stando all’ultima dichiarazione di John Elkann, per il quale senza Stellantis in Italia “l’auto sarebbe scomparsa”.

Grazie mille, verrebbe da dire, se non fosse che negli ultimi decenni, il gruppo Fiat, entrato nel 2021 in Stellantis con la fusione di Fiat Crysler Automobiles e Peugeot Societe Anonyme, ha beneficiato di significativi contributi pubblici da parte dello Stato italiano. Secondo un’analisi di Federcontribuenti del 2012, per esempio, dal 1975 la società ha ricevuto circa 220 miliardi di euro attraverso varie forme di sostegno, tra cui cassa integrazione, prepensionamenti, incentivi alla rottamazione e finanziamenti per nuovi stabilimenti. Nessun ringraziamento, però si è mai levato verso il popolo italiano dalla famiglia Agnelli-Elkann. Questioni di opportunità a parte, invece, altre fonti riportano cifre differenti. Uno studio della CGIA di Mestre indica che, dal 1977 al 2013, la Fiat ha ottenuto circa 7,6 miliardi di euro in aiuti statali, a fronte di investimenti aziendali per 6,2 miliardi di euro nei progetti supportati ma, in assenza di mancanza di dati ufficiali consolidati resta complessa una quantificazione precisa del totale dei contributi pubblici ricevuti dal gruppo Fiat negli ultimi 80 anni. Contributi, ricordiamolo, copiosi.

Quindi, è evidente che la Fiat, oggi dentro Stellantis insieme agli storici marchi italiani Alfa Romeo, Lancia, Abarth e Maserati, ha beneficiato di un sostegno pubblico significativo nel corso degli anni.

Dunque, chi dovrebbe ringraziare chi? I principali azionisti di Exor, ovvero la famiglia Agnelli-Elkann o i cittadini italiani?