PoliticaSardegna

Vincono le buone pratiche giovanili sarde ma “Ale e soci” non sono interessati al dialogo.

La bassa politica sarda è sempre più curiosa. Dopo la salita sugli scudi delle varie forze di maggioranza (oddio non tutte) a difesa della “decaduta” (qualcuno/a dovrebbe capire il senso delle delibere della Corte dei Conti), la pessima comunicazione istituzionale della Giunta regionale, oggi, fa un altro scivolone, proprio sulle politiche giovanili, rimarcando l’impegno delle organizzazioni qualificate del territorio sardo per “affrontare le sfide più urgenti della regione mediterranea”.

Organizzazioni, invece, che nel corso del primo anno di “sfigatissimo” mandato Todde avevano cercato di operare secondo un approccio sinergico, remori delle macerie lasciate dalla precedente esperienza Solinas e Pigliaru. Tentativo, però, fallito grazie anche all’inerzia dei consiglieri speciali della “decaduta”.

Oggi, invece, in occasione della pubblicazione degli esiti dell’ultima call del programma Interreg NEXT MED si rimarca l’impegno delle stesse organizzazioni. Enti, ovviamente, che non hanno bisogno degli affidamenti diretti e “paraculi” elargiti da TUTTE le forze di maggioranza e opposizione nell’ultima variazione di bilancio e che, come sempre, si stanno cercando di riaffidare con la Manovra regionale. D’altronde (è decisamente evidente) qualcuno in via Roma non riesce ancora ad accordarsi sulle poste da erogare alla propria lobby fatta di “imbianchini di murales e di ordini religiosi bisognosi di rifarsi gli infissi e il parco macchine”.

Ma, guardando il bicchiere mezzo pieno, la vittoria (perchè di questo si tratta in una regione con una classe dirigente sfigata come quella sarda) di alcune buone pratiche regionali può far sperare nella capacità degli interventi dal basso di creare sacche di competenza e indipendenza da questa cappa di inanità che avvolge l’isola da troppe Legislature.

E se oggi la comunicazione istituzionale della “decaduta” parla di “ottimo risultato per la Sardegna” lo stesso non si può dire per i mittenti di tale affermazione, sempre più imbarazzanti, come ricorda la corsa alla disinformazione vista due giorni fa in occasione della pubblicazione dell’ultima delibera della Corte dei Conti. Tentativi di abbindolare le groupies dei social e gli analfabeti funzionali, purtroppo per viale Trento, non andato a buon fine.