Disinformazione: come riconoscerla secondo il Parlamento europeo.
Riconoscere la disinformazione attraverso la comprensione delle sei tattiche più usate per ingannarci. “La disinformazione – secondo il Parlamento europeo – rappresenta una minaccia crescente per la democrazia, minando la fiducia nelle istituzioni, nelle elezioni e nella conversazione pubblica. Per difendersi, è essenziale saper riconoscere le tecniche utilizzate per manipolare l’informazione”.
Attraverso una serie di video esplicativi, il Parlamento Ue prova a illustrare le sei strategie chiave della disinformazione, i rischi che comportano e le azioni da intraprendere per contrastarle.
I contenuti manipolativi puntano su emozioni forti come paura, rabbia e indignazione per abbassare le difese critiche degli utenti, spingendoli a condividere senza riflettere.
Come difendersi? Mettendo in discussione le informazioni, verificare i fatti e non lasciarsi trascinare da reazioni impulsive.
La disinformazione esaspera i contrasti, amplificando le posizioni più estreme e soffocando il dialogo. Questo porta a una società sempre più divisa e, nei casi più gravi, può persino incitare al conflitto.
Come reagire? Riconoscendo i dibattiti dominati da estremismi e promuovendo il confronto costruttivo cercando, possibilmente, un terreno comune. Chissà, allora, perchè le istituzioni europee hanno messo al bando interi canali informativi negli ultimi 3 anni, come i discutibili Russia Today e Sputnik. Misteri, per non dire dimostrazioni di palpabile incoerenza da parte del trilogo europeo.
Diffondere contemporaneamente molteplici versioni di una storia, inoltre, crea confusione e incertezza, spingendo le persone a dubitare della verità o a smettere di informarsi. Per qualcuno si tratta di promuovere il senso critico, invece per il Parlamento europeo tale impostazione va contrastata affidandosi a “fonti attendibili” (forse le veline di Ursula e soci?) e verificare la qualità dell’informazione.
Tendiamo poi a credere alle informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando quelle che le contraddicono. I diffusori di disinformazione sfruttano questo fenomeno per rafforzare false credenze.
Come proteggersi? Sicuramente partire dalla consapevolezza dei propri pregiudizi può aiutare, come anche la verifica di diverse fonti prima di condividere una notizia.
Una delle tecniche più usate consiste nel presentare fatti reali in modo fuorviante, decontestualizzandoli o attribuendo dichiarazioni errate a gruppi o individui.
Come evitarlo per il Parlamento europeo? Controllare quando e in quale contesto una foto, un video o una dichiarazione sono stati diffusi e verificare le fonti ufficiali.
Le fake news spesso si accompagnano a strategie di intimidazione, come attacchi personali, trolling e deepfake, con l’obiettivo di silenziare il dissenso e scoraggiare il confronto. In tali casi bisogna supportare le vittime e segnalare contenuti offensivi o pericolosi e non lasciarsi prendere la mano con l’atteggiamento tipico dei “leoni da tastiera”.
Informarsi in modo critico, quindi, resta la miglior difesa contro la disinformazione. Saper riconoscere queste tecniche permette di non cadere in trappola e di contribuire a un ecosistema informativo più sano e affidabile.
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