Europa

Republika Srpska, Dodik spinge per la divisione. Ue: “Violazione degli impegni assunti”.

Nella Republika Srpska, entità a maggioranza serba della Bosnia ed Erzegovina, la situazione politica è sempre più tesa. Il 26 febbraio 2025, un tribunale di Sarajevo ha condannato il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, a un anno di carcere e a sei anni di interdizione dalle cariche pubbliche.

In risposta, il Parlamento della Republika Srpska ha approvato una serie di leggi che limitano l’operato delle istituzioni giudiziarie e di polizia statali nel territorio dell’entità serba. Questi provvedimenti sono stati giudicati incostituzionali e in contrasto con l’Accordo di Dayton del 1995, che, ricordiamolo, ha posto fine alla guerra in Bosnia e definito l’attuale struttura istituzionale del Paese.

Le iniziative di Dodik (non ci vuole molto nei Balcani) stanno gettando, quindi, benzina sul fuoco delle tensioni etniche in Bosnia ed Erzegovina, suscitando preoccupazioni sulla stabilità della nazione. Il governo bosniaco considera queste mosse una grave minaccia all’integrità dello Stato. Di recente, Dodik e il Parlamento della Republika Srpska hanno introdotto altre due leggi anti-Bosnia: una che esclude l’applicabilità delle decisioni della Corte Costituzionale nel territorio dell’entità serba e un’altra che stabilisce che le leggi della Republika Srpska non necessitano di alcuna autorizzazione superiore per la loro pubblicazione. Inoltre, è in discussione un provvedimento per istituire un organo giudiziario autonomo.

Queste misure si inseriscono nella strategia di Dodik di un presunto “ritorno alle origini degli accordi di Dayton”, con la quale il leader serbo-bosniaco sostiene di rispettare la Costituzione e gli accordi di pace. Dodik ha inoltre invitato i funzionari serbi impiegati nelle istituzioni statali a dimettersi e a seguire le nuove disposizioni, promettendo loro migliori opportunità di lavoro nella Republika Srpska e appellandosi al patriottismo.

A Banja Luka, nelle ultime ore si è anche tenuto un incontro per elaborare una nuova versione della Costituzione della Republika Srpska. Secondo Dodik, questo testo definirà in modo più preciso la posizione costituzionale dell’entità serba, eliminando ogni riferimento a normative imposte dalla comunità internazionale negli ultimi anni.

L’Unione Europea ha espresso forte preoccupazione per le azioni intraprese dal governo della Republika Srpska, giudicandole una minaccia all’ordine costituzionale e alla funzionalità delle istituzioni della Bosnia ed Erzegovina, oltre che un pericolo per le libertà fondamentali dei cittadini. “Questi atti – si legge nella nota del SEAE – violano gli impegni assunti dalla Bosnia ed Erzegovina nel suo percorso di adesione all’UE. L’UE ha ribadito che la Republika Srpska, al pari delle altre entità, deve rispettare la Costituzione bosniaca e le leggi del Paese, riconoscendo l’autorità delle istituzioni statali, inclusa la Corte Costituzionale, il Consiglio Giudiziario e le agenzie investigative. Ha inoltre invitato i leader politici della Republika Srpska a rinunciare alla retorica provocatoria e divisiva, a cessare le pressioni sui funzionari statali e a rispettare la sovranità e l’unità della Bosnia ed Erzegovina”.

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