Legge elettorale Sardegna: serve una riforma democratica (ma anche buon senso).

Superare la “porcata antidemocratica” della legge elettorale in Sardegna. A chiederlo (oltre alla maggioranza silenziosa dei sardi/e) 15 sigle di partiti minori, riunitesi oggi in Consiglio regionale (forse la location meno indicata vista la traction legislativa in materia) e favorevoli alla discussione di una “riforma democratica e inclusiva”, capace di “garantire una reale rappresentanza democratica e superare le distorsioni prodotte nell’attuale assetto maggioritario” che, di fatto, esclude ad ogni tornata elettorale i candidati e le liste indipendenti.

“L’attuale legge elettorale, in vigore dal 2013, contribuisce ad alimentare la sfiducia nei confronti delle istituzioni, l’astensionismo e la crescente marginalizzazione delle forze politiche e sociali non riconducibili al bipolarismo – spiegano i promotori dell’iniziativa -. La personalizzazione della politica, l’indebolimento del Consiglio Regionale e l’assenza di meccanismi adeguati per garantire una rappresentanza equilibrata dei territori e delle diverse componenti della società sarda hanno reso evidente la necessità di un cambiamento”.

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Una nuova legge elettorale che per essere sostanziale e rispettosa del dettato democratico dovrebbe partire dalla previsione di un sistema proporzionale ed elezione del Presidente in Consiglio Regionale, con correttivi come la “sfiducia costruttiva”; abbassamento delle soglie di sbarramento per una maggiore equità nella rappresentanza politica; introduzione di una norma di democrazia paritaria che porti ad avere una composizione del Consiglio Regionale in cui ogni genere sia rappresentato in una misura non superiore al 50%”.

Proposta, però, poco condivisibile laddove è richiesta una “maggiore rappresentanza dei territori marginali”. Territorializzazione della politica che, di fatto, nelle varie Legislature, ha visto consiglieri/e regionali più propensi a curare il giardino del proprio bacino elettorale, piuttosto che promuovere interventi legislativi di sistema nell’Isola. Per qualcuno, nel 2025, le necessità degli imprenditori del Goceano sono diverse da quelle del Sarcidano… punti di vista anacronistici e campanilistici. Criticità riscontrabili anche nella richiesta di eliminazione del voto disgiunto, limitando la scelta elettorale legittima degli/delle elettori/trici. A questo punto, allora, perchè non proporre schede elettorali già compilate?

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