Cisgiordania, SEAE: “Operazione israeliana devastante”.
L’Unione europea prova a far sentire la sua voce sui tavoli internazionali. Dopo la patente di “due di picche” rifilata da USA e Federazione Russa sul fronte della questione ucraina, l’Unione europea, attraverso il Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE), prova a rilanciare la propria leadership (se mai ce ne fosse stata una) intervenendo (timidamente) sulla recente operazione del Governo israeliano in Cisgiordania.
“L’Ue esprime la sua profonda preoccupazione per le conseguenze dell’operazione militare israeliana contro i militanti armati nei campi profughi della Cisgiordania settentrionale. L’operazione, in corso da 40 giorni, ha causato decine di vittime, lo sfollamento di circa 40.000 palestinesi dalle loro case e la distruzione di infrastrutture civili vitali”. Da qui l’invito dell’Unione a “rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario assicurando la protezione di tutti i civili nelle operazioni militari e consentendo il ritorno sicuro degli sfollati alle loro case”. In sostanza, acqua fresca. Come dimostrato nel corso degli ultimi 15 mesi, infatti, fermare Benjamin Netanyhau con le “edulcorate dichiarazioni a mezzo stampa” porta a ben poco. Circostanza di fatto che si accompagna alla incosistente condotta dell’Ue nei confronti di Israele, con la quale è ancora in piedi – nonostante gli evidenti strappi al cosiddetto diritto internazionale – un accordo economico di cooperazione, senza contare che l’Ue non sanziona i propri Paesi per i traffici con gli insediamenti dei coloni israeliani illegali.
Macigni contro l’ipocrisia dell’azione internazionale europea. Non dovrebbe sorprendersi nessuno, quindi, se si conta sempre di meno a livello globale ed ogni Stato membro segue la propria “fuga in avanti” sulla spinta dei propri interessi particolaristici e nazionali.
Nel frattempo, come capita con l’invio dei comunicati dell’Ue, prosegue la violenza dei coloni estremisti continua in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Dinamiche che, secondo la burocratica Ue dovrebbero spingere Israele a fermarsi sulla base di un sussulto di “democratico rispetto del diritto internazionale”. “L’UE ricorda che Israele, in quanto potenza occupante, ha il dovere di proteggere i civili e di ritenere responsabili i responsabili. L’UE ricorda la sua condanna della politica israeliana di espansione degli insediamenti”. Nel frattempo, però, come detto precedentemente, si fanno affari con gli insediamenti israeliani.
E a breve si entra nel mese sacro del Ramadan. Non dovrebbero, pertanto, restare inattese nella regione ulteriori asperità, per usare un eufemismo.
foto Philippe Stirnweiss Copyright : © Unione europea 2023 – Fonte : EP