Natalità in Ue, Geadi: “Cosa puà fare l’Ue contro il calo dei tassi?”.
Il calo della natalità in Ue non è una novità ma, bensì, una realtà di fatto sulla quale solo pochi Paesi Ue stanno muovendo alcuni passi, sostenendo, per esempio, l’accesso ai servizi pubblici (quali ad esempio gli asili nido) per le giovani coppie, il sostegno alla genitorialità attraverso sussidi e permessi lavorativi.
Ma, pensando ai competitor globali, l’Ue continua a non reggere il confronto, decretando, di fatto, acuendo problemi di coesione e competitività interna all’Unione. Ad oggi, il tasso di fertilità dell’UE è di 1,53, mentre in tante regioni d’Europa, come la Sardegna, il dato non va oltre lo 0,9, con un saldo negativo di popolazione in continua crescita.
“È noto che un tasso di natalità così basso ha implicazioni devastanti per l’economia di un Paese, a causa degli effetti dell’invecchiamento della popolazione, della riduzione della forza lavoro e di un maggiore carico sui sistemi sanitari e di previdenza sociale”, evidenzia l’eurodeputato Geadis Geadi del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei che, nella sua interrogazione, ha chiesto alla Commissione von der Leyen di pronunciarsi sulla cosiddetta sostituzione demografica dei migranti provenienti dai Paesi terzi, dal momento che in Ue le buone pratiche a sostegno per la natalità sono sempre più risibili.
Parere discordante, però, è stato espresso dalla commissaria europea per il Mediterraneo, Dubravka Šuica, per la quale, come affermato nella Comunicazione sui cambiamenti demografici in Europa, sono stati adottati una serie di strumenti ma, ricorda, “la scelta di avere figli è personale, sebbene possa essere influenzata da fattori esterni”, ad esempio, qualità della vita, disponibilità di assistenza e alloggio, nonché opportunità di lavoro e reddito adeguato.
“Gli strumenti messi in campo – secondo l’esponente della Commissione von der Leyen – mirano a promuovere una migliore conciliazione tra aspirazioni familiari e lavoro retribuito, aumentare la disponibilità di servizi di assistenza all’infanzia per supportare i genitori con neonati, a mettere in atto accordi di lavoro e politiche di equilibrio tra lavoro e vita privata e a esplorare il funzionamento di riforme fiscali e previdenziali mirate. Tuttavia, a causa della struttura della popolazione europea, della limitata efficacia delle politiche in questo settore, i percorsi di migrazione legale sono un’opzione politica valida. In questo contesto – conclude -, la Commissione ha adottato un piano d’azione per affrontare la carenza di manodopera e competenze nel 2024, che evidenzia i vantaggi del collegamento tra le politiche di migrazione legale e occupazione, al fine di attrarre talenti da fuori l’UE per integrare le carenze dell’UE”.
foto European Union, 2021 EC-Audiovisual Service / Aurore Martignoni