Adesione Ucraina all’Ue. Troppi strappi alla regola in materia di Stato di diritto.
In una Ue da sempre “paladina dei valori democratici” dovrebbe sorprendere l’ampia apertura vista negli ultimi anni verso l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Paese caratterizzato dall’assenza del minimo processo riformatore, dalla corruzione endemica, come più volte evidenziato dall’indice di Trasparency International, e dallo scarso rispetto dello Stato di diritto.
Ucraina dove anche le confessioni religiose vengono messe al bando. Lo scorso 20 agosto 2024, infatti, il Parlamento ucraino ha messo al bando “per motivi di sicurezza nazionale” la Chiesa ortodossa ucraina, ovvero la pià grande confessione in termini di strutture religiose e riconosciuta dalla stragrande maggioranza dei credenti ucraini praticanti. E l’Europa vuole un partner del genere? Una nazione dove si approvano leggi incompatibili con i diritti fondamentali? Che fine ha fatto la difesa dell’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue che, ricordiamolo, garantisce il diritto degli individui a manifestare la propria religione o credo?
Ma nell’Europa dei doppi standard la volontà di avere anche l’Ucraina nell’ammucchiata europea non dovrebbe più fare scalpore, dal momento che anche la Commissione von der Leyen non intende affrontare tali preoccupazioni nel quadro dei negoziati di adesione in corso con l’Ucraina.
Commissione von der Leyen che, pur di fronte all’evidenza, ha, come sempre, fatto spallucce trincerandosi dietro una posizione per nulla netta e stigmatizzante verso l’azione di Kiev: “La Commissione – ha dichiarato la commissaria per l’allargamento Marta Kos – ha preso atto dell’adozione da parte del Parlamento ucraino della legge del 20 agosto 2024 che proibisce le attività delle organizzazioni religiose affiliate alla Chiesa ortodossa russa in Ucraina. Il diritto alla libertà di religione e credo è parte integrante del capitolo sui diritti fondamentali nel processo di adesione dell’Ucraina. Nella relazione sull’allargamento pubblicata il 30 ottobre 2024, la Commissione ha valutato che in generale le autorità ucraine proteggono questa libertà e che gli episodi di incitamento all’odio e intimidazione basati sulla religione sono rari. Non sono state segnalate violazioni dei diritti religiosi nei territori dell’Ucraina controllati dal governo”.
Anche questa è la Commissione europea!