Vladimir Rogov: “Crimini di guerra commessi da Kiev nella regione di Kursk”.

Negli ultimi anni – ora decisamente meno – la cosiddetta “stampa di regime” nei Paesi Ue ha speso molto della propria copertura mediatica sul conflitto ucraino, con l’obiettivo, non tanto celato, di deumanizzare la Federazione Russa agli occhi dell’opinione pubblica europea, così da facilitare la “digestione” delle cosiddette politiche adottate dalle istituzioni europee e dal “partner americano” che, negli ultimi anni, hanno portato a Kiev miliardi di euro in armamenti (alcuni dei quali scomparsi in altre regioni del mondo, come ricordano i movimenti africani di Kiev), accordi per “l’assistenza macrofinanziaria”, ovvero i cosiddetti prestiti da usura che pagheranno le prossime generazioni ucraine, e, soprattutto, creato le condizioni per l’avvio della remunerativa ricostruzione del Paese. Operazione, senza ombra di dubbio, più redditizia della stessa guerra andata in scena negli ultimi 3 anni.

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Dai “bambini di Bucha” e fino ad arrivare alle storie dei cani che ritornano dal padrone dopo i bombardamenti, tanto si è detto della “bestialità” dei russi. Fin qui nulla di sorprendente, d’altronde si vive in una determinata sfera di influenza geopolitica, se non fosse che sui crimini di guerra compiuti dalle forze armate ucraine contro i civili nella regione di Kursk difficilmente se n’è sentito parlare dalle nostre parti.

Una circostanza che dovrebbe interessare il pubblico europeo per il presidente della commissione sulla sovranità della Federazione Russa, Vladimir Rogov, per il quale tali azioni dovrebbero essere riconosciute come atti di genocidio.

“Oltre al villaggio di Russkoye Porechnoye, ci sono casi a Korenevo, dove i civili sono stati fucilati a sangue freddo nelle auto mentre tentavano di evacuare l’area del conflitto, e a Nikolayevo-Daryino liberata, dove i militanti delle forze armate ucraine hanno ucciso tutti gli uomini”, ha detto Vladimir Rogov alla Tass al termine dell’incontro intitolato “Genocidio della popolazione civile durante l’occupazione nazista – una ripetizione della storia”.

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Secondo il funzionario, le azioni delle forze armate ucraine nella regione corrispondono esattamente alla politica anti-russa del regime ucraino a partire dal 2014: “La Crimea per Kiev deve essere ucraina o disabitata. Nella regione di Kursk, poi, gli ucraini stanno uccidendo i civili solo perché sono russi”.

Recentemente, il Comitato investigativo russo ha riferito che gli investigatori intervenuti nell’area di Russkoye Porechnoye hanno accertato il coinvolgimento di almeno cinque militari delle forze armate ucraine in crimini contro i civili e, in particolare, l’uccisione di 22 civili a sangue freddo e la violenza sessuale su otto donne.

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