Sanremo, Greenpeace: “Fuori il greenwashing dal festival”.
Alla vigilia del 75° Festival di Sanremo, Greenpeace Italia ha inviato una richiesta di accesso civico generalizzato (FOIA) nei confronti di Rai Pubblicità per ottenere trasparenza sui finanziamenti elargiti dalle aziende inquinanti al più atteso evento televisivo dell’anno, che viene trasmesso sulle reti del servizio pubblico. L’organizzazione ambientalista ha chiesto accesso ad atti e documenti utili a svelare le cifre investite dalle aziende partner e sponsor del Festival che hanno le maggiori responsabilità nella crisi climatica, e per conoscere gli spazi televisivi e i servizi ottenuti in cambio.
L’obiettivo di Greenpeace Italia è evitare che la kermesse musicale si riduca sempre di più a una vetrina per il greenwashing delle aziende inquinanti. Per il quarto anno consecutivo, infatti, il colosso petrolifero ENI è tra gli sponsor principali del Festival, accompagnato tra gli altri da Costa Crociere e Suzuki, mentre Generali e Coca-Cola sono partner. Si tratta di società con gravi responsabilità nella crisi climatica e ambientale, nonostante i loro spot pubblicitari, trasmessi anche durante il Festival, parlino di presunti impegni green.
“Con sempre più sponsor inquinanti e nessuna trasparenza sugli accordi sottoscritti, il Festival di Sanremo sta diventando a tutti gli effetti il Festival del Greenwashing”, dichiara Federico Spadini di Greenpeace Italia. “Così come oggi non è socialmente e legalmente accettabile che le multinazionali del tabacco possano sponsorizzare un evento come Il Festival, allo stesso modo non si dovrebbe dare spazio alle aziende maggiormente responsabili della crisi climatica, a partire da ENI, che sul greenwashing basa tutta la sua strategia di comunicazione e in Italia è onnipresente negli eventi sportivi e culturali, sui giornali e nelle università”.
Nonostante ENI promuova al Festival di Sanremo le sue aziende Plenitude ed Enilive, il colosso italiano dell’energia continua a investire in massima parte nei combustibili fossili. Per ogni euro investito in Plenitude, infatti, ENI investe 12,9 euro in petrolio e gas. Ma considerando che Plenitude comprende anche attività energetiche non rinnovabili, in realtà per ogni euro investito in fonti fossili meno di 8 centesimi sono investiti in energie rinnovabili. Anche per questo gli impegni di ENI per la transizione energetica sono stati classificati come gravemente insufficienti. Ma non si tratta solo della salute del pianeta: Greenpeace Paesi Bassi ha calcolato che, prendendo in considerazione soltanto le emissioni di gas climalteranti del 2022, ENI si renderebbe responsabile di 27 mila decessi prematuri entro il 2100.
Altrettanto problematica è la partnership del Festival con Coca-Cola, il peggior inquinatore da plastica al mondo, soprattutto per l’uso smodato di plastica monouso. Coca-Cola si distingue anche per le sue operazioni di greenwashing: di recente l’azienda ha ritirato, in gran silenzio, i suoi impegni per un maggior impiego di imballaggi riutilizzabili. Tra gli sponsor troviamo infine anche Suzuki e Costa Crociere, aziende di settori fra i più inquinanti al mondo, e Generali, che nonostante gli importanti impegni presi negli ultimi anni resta ancora legata al settore dei combustibili fossili.
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