Buoni (a nulla) servizi sanitari. Storia annunciata di un flop propagandistico.

Un voucher campato in aria e caratterizzato dalla parzialità della potenziale platea dei fruitori (in barba al diritto universale della salute) e dal conflitto di competenze. Con queste poche parole, in sintesi, può essere descritta una delle ultime alzate di ingegno della Giunta Todde, i buoni (a nulla) servizi sanitari, previsti da una delibera (da principianti della politica) che stanzia dieci milioni di euro per prestazioni sanitarie urgenti destinate a chi ha un Isee sotto i diecimila euro. Per tutti gli altri c’è Masterc…

Provvedimento che, oltre a non risolvere i problemi dei sardi sul fronte dell’abbattimento dei tempi per le liste d’attesa, evince una insufficiente conoscenza delle politiche regionali, a partire dal cosiddetto “percorso di tutela”, una realtà poco conosciuta dai cittadini sardi e dagli stessi legislatori e componenti dell’Esecutivo regionale.

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Non sorprendono (lo diciamo da settimane) le recenti pagine di osservazione scritte dagli uffici del Consiglio regionale che, di fatto, hanno demolito il provvedimento, tanto da causare l’imbarazzato rinvio della riunione congiunta delle Commissioni Lavoro e Sanità, prevista con l’audizione dei due assessori del cosiddetto “governo dei migliori”.

Considerazioni che hanno rimarcato come “le prestazioni sanitarie non possono essere qualificate come prestazioni sociali”, confermando che rappresenterebbe una anomalia il finanziamento delle prestazioni correlate ai buoni sanitari con risorse del Fondo FSE+.

Ma non solo, l’erogazione del bonus – lo potrebbe capire anche un sostenitore di un noto partito populista al Governo della Regione – prevedendo l’erogazione esclusivamente a nuclei familiari con un Isee al di sotto o pari a 10.000 euro, è contrario al principio fondamentale dell’universalità, visto che le prestazioni sanitarie sono una risorsa della comunità e pertanto sono estese a tutta la popolazione.

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Alla “assessora che non si indigna più” e al Fanis Katergiannakis della sanità sarda, ricordiamo che anche i cittadini sardi appartenenti ai nuclei familiari con un Isee superiore ai 10mila euro possono avere bisogno di cure.