Giovani under35: in Italia la più bassa incidenza tra i Paesi Ue27.

La popolazione italiana continua a diminuire, specialmente quella giovanile. Un fenomeno irreversibile, d’altronde a nessuno in questo Paese interessa sostanzialmente dei giovani, che sta trascinando ora verso il basso anche la popolazione in età attiva, sbiadendo, in termini di numeri, la Forza lavoro nel Paese.

Una non novità, lo diciamo da due lustri belli e buoni, evidenziata anche dal CNEL che, nel rapporto “Demografia e forza lavoro”, evidenzia come gli squilibri demografici siano diventati nel tempo sempre più accentuati facendo diventare l’Italia il Paese dell’Unione europea con più bassa incidenza degli under 35 sul totale della popolazione.

La fascia 25-34 in tutti i Paesi europei all’inizio di questo secolo era più importante – come sempre stato tradizionalmente – rispetto alla fascia 55-64 anni. Tutti si trovano invece oggi con la fascia attorno ai 60 anni che ha superato quella attorno ai 30. L’Italia, manco a dirlo, presenta lo squilibrio maggiore, infatti, la fascia giovane-adulta (25-34) è circa il 30% in meno rispetto alla classe 55-64. Non male. Complimenti agli Esecutivi e al Legislatore di questo sempre più vecchio e poco competitivo Paese.

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La fascia 25-34, ancora, conta quasi 1 milione di occupati in meno rispetto alla fascia 55-64 (in totale rispettivamente poco meno di 4,2 milioni contro più di 5,1 milioni). In percentuale si tratta quasi di un 20% in meno degli occupati più giovani rispetto ai più maturi. La Germania si trova con un 10% in meno. La Spagna vede attualmente un equilibrio tra tali due classi. La Francia, al contrario, registra circa il 20% in più della fascia 25-34 rispetto alla fascia 55-64.

Nel confronto competitivo nei processi di crescita e sviluppo con i grandi Paesi europei l’Italia, quindi, presenta una componente molto più debole degli under 35.

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Non solo invecchiamento della forza lavoro, dunque. Tali fenomeni hanno ormai di fatto portato a una riduzione quantitativa complessiva della forza lavoro in Italia… non si trovano più neanche camerieri e operai specializzati, figuriamoci il resto.

La platea degli occupati in Italia sarà così destinata a ridursi di circa 2,5 milioni in soli 10 anni (scendendo sotto 21,5 milioni all’orizzonte del 2035 rispetto ai 24 milioni attuali) con tutti i problemi relativi alla tenuta della coesione sociale (a partire dal sistema previdenziale).

foto Greg Montani da Pixabay.com