Il Segretario alla Difesa statunitense Austin III ai saluti finali.

Si va verso un nuovo capitolo nell’amministrazione della Difesa USA. Lo conferma l’addio del segretario Lloyd J. Austin III, ieri celebrato dallo Stato maggiore americano presso la Joint Base Myer-Henderson Hall, in Virginia.

Nel suo discorso Austin ha parlato ai membri del servizio e alle loro famiglie e ha riflettuto sui 45 anni di servizio militare durante il suo discorso. Dopo essersi laureato all’Accademia militare degli Stati Uniti nel 1975, Austin è passato da sottotenente a generale a quattro stelle durante la sua carriera militare prima che il presidente Joe Biden lo nominasse 28° segretario alla difesa.  

Ha assunto l’incarico nel gennaio 2021 e ha presieduto la DOD in risposta alle sfide poste dal Partito comunista cinese. Ha lavorato negli ultimi anni per la creazione dell’Ukraine Defense Contact Group finalizzato esclusivamente ad armare l’Ucraina contro la Russia.

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Mentre Austin ringraziava il suo staff e i suoi colleghi per il loro supporto, non è poi sfuggito il classico commento da pistolero: “Non siamo solo la forza combattente più letale sulla Terra. Siamo anche la migliore forza combattente sulla Terra. Ogni esercito – ha aggiunto – difende un Paese, ma l’esercito degli Stati Uniti difende anche una Costituzione. Ho giurato di difenderla contro tutti i nemici, stranieri e nazionali. Questo è ciò che facciamo, e questo è ciò che siamo. E non smetterò mai di dirlo”.

Dal momento yankee poi il discorso di addio di Austin III si è rivolto alle famiglie dei caduti in battaglia: “Voi e le vostre famiglie portate un peso straordinario per mantenere al sicuro i vostri concittadini, e dobbiamo sempre essere onesti con noi stessi sul sacrificio che questa impresa richiede. Negli ultimi quattro anni, le missive gialle sono arrivate sulla mia scrivania più e più volte. Lettere di condoglianze ai genitori dei caduti, alle nuove vedove e vedovi e ai bambini che cresceranno senza la mamma e il papà. Mi sono seduto con quelle lettere, e ci ho pensato prima di ogni decisione, e le terrò nel mio cuore fino al giorno della mia morte. Piango ancora per i caduti di Abbey Gate, della Torre 22, per ogni soldato, marinaio, aviere, marine e guardiano persi in un incidente di addestramento, e per ogni americano in uniforme che ha ceduto a ferite invisibili e si è tolto la vita”.

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Finale poi coerente con la ricerca dell’effetto wow: “Questo lavoro richiede giudizio calmo e umiltà. Ti mette alla prova; ti tempra, e l’ho assunto con un profondo senso di risolutezza e dovere. Lo metterò da parte con gratitudine e fiducia. Sono profondamente orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato insieme in questo momento cruciale della storia. Il mondo continua a guardare all’America, e noi dobbiamo ergerci come un faro di libertà”. 

Dopo 4 anni di guerra, invece, finalmente il mondo potrà (forse) tirare un sospiro di sollievo senza i “democratici guerrafondai”. Austin III, non ci mancherai!

Lloyd J. Austin III, foto Chad J. McNeeley, DOD