L’insularità e la piena integrazione nel contesto europeo. Un legame difficile da mantenere.

Le regioni insulari dell’Unione europea affrontano sfide specifiche legate alla loro posizione geografica penalizzante, che incidono profondamente sullo sviluppo territoriale, economico e sociale. Queste aree, per la loro collocazione, scontano come noto maggiori difficoltà nell’erogazione dei servizi essenziali e nello sviluppo della qualità della vita dei cittadini.

Premesse che hanno spinto gli eurodeputati italiani del PPE* a chiedere alla Commissione Ue di riferire sulle misure previste per la prossima programmazione finanziaria europea al fine di affermare il principio di insularità.

A nome della Commissione Ue, il Vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, ha dichiarato che le isole europee presentano esigenze distinte e, pertanto, sono necessari non interventi di sistema ma approcci su misura.

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Nel suo intervento, poi, Fitto non ha mancato di riproporre il refrain della “perfetta utilità della politica di coesione”: “La politica di coesione dell’UE è concepita per affrontare le disparità regionali nell’UE a livello economico e sociale, anche nelle regioni insulari, in cooperazione con gli Stati membri. Nel periodo di programmazione 2021-2027 detta politica sostiene gli investimenti intesi a rafforzare la competitività, l’innovazione, la transizione verde, una migliore connettività e una crescita inclusiva in tutte le regioni dell’UE”.

Dalla celebrazione della politica di coesione lo scarso senso critico verso le altre politiche dell’Ue è breve: “La Commissione sostiene anche l’iniziativa “Energia pulita per le isole dell’UE” per promuovere e accelerare la decarbonizzazione dei sistemi energetici delle isole e agevolare lo scambio delle migliori pratiche. Inoltre la politica della rete transeuropea dei trasporti (TENT) dell’UE integra il nuovo concetto globale dello spazio marittimo europeo, il cui obiettivo è rafforzare l’integrazione delle isole nel mercato unico europeo e promuovere la coesione territoriale. Tutti gli insegnamenti tratti dalle iniziative sopra descritte confluiranno nei preparativi per il periodo finanziario successivo al 2027″.

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In sintesi, non è ancora il tempo delle novità per le politiche disruptive per le regioni insulari europee e, per dirla tutta, i vertici Ue non hanno ancora copreso i tanti punti critici delle azioni mirate a ridurre i gap legati all’insularità. E, per toglierci ogni dubbio, bisognerà aspettare il prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue.

* Marco Falcone (PPE), Fulvio Martusciello (PPE), Salvatore De Meo (PPE), Flavio Tosi (PPE), Caterina Chinnici (PPE), Massimiliano Salini (PPE), Giusi Princi (PPE), Letizia Moratti (PPE).

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