Paradossi italiani: crescono i ricorsi dei giudici tributari italiani in materia previdenziale.
Numerosi ricorsi presentati dai giudici tributari italiani, ammessi all’esame della Direzione generale per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione per valutare le presunte violazioni del diritto comunitario da parte dell’Italia, hanno messo in luce l’insostenibile situazione in cui versa l’intera categoria, evidenziando in particolare violazioni in materia previdenziale e assistenziale, nonché un iniquo trattamento economico, accertato da una delle parti del procedimento e che, oltre a un irrisorio compenso fisso, viene determinato unicamente in base alla produttività nella redazione delle sentenze.
“Poiché è trascorso più di un anno dal primo reclamo – scrive in una interrogazione l’eurodeputato del gruppo dei Patrioti per l’Europa, Aldo Patriciello – e benché la situazione sia simile (ma peggiore) a quella dei giudici onorari in Italia, nei confronti dei quali è stata avviata un’apposita procedura di infrazione e l’Italia ha deferito alla Corte di giustizia per l’inadeguatezza delle misure adottate per adeguare il diritto nazionale alle norme dell’UE – può la Commissione commentare lo stato dell’indagine e indicare quali misure intende adottare per tutelare i giudici tributari in Italia?”.
Paradosso, tutto italiano, sul quale l’esponente della Commissione von der Leyen Roxana Minzatu, ha dichiarato che
la Commissione ha effettivamente ricevuto una serie di reclami riguardanti la presunta incompatibilità delle condizioni di lavoro dei giudici tributari onorari con una serie di disposizioni del diritto dell’UE. “I reclami ricevuti – specifica la Minzatu – sostengono che, sebbene svolgano gli stessi compiti e siano soggetti agli stessi obblighi, i giudici tributari onorari sono trattati in modo meno favorevole rispetto ai magistrati tributari professionisti a tempo pieno in termini di condizioni di lavoro. Il reclamo iniziale è stato ricevuto nel 2023 e i reclamanti hanno presentato ulteriori informazioni dettagliate
nel 2024. La Commissione sta valutando le informazioni fornite e deciderà i prossimi passi una volta completata tale valutazione”.
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