«Ricostruiamo la politica».Orientarsi al tempo dei populismi
L’Ucsi Sardegna comunica la presentazione del libro «Ricostruiamo la politica» di padre Francesco Occhetta, consulente ecclesiastico nazionale dell’Ucsi, l’Unione Cattolica Stampa Italiana. Il volume verrà presentato mercoledì 18 settembre alle 18.15 a Cagliari, nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta 2 che vedrà la partecipazione del presidente dell’Ucsi Sardegna, Mario Girau, padre Francesco Occhetta e Vittorio Pelligra, economista e docente all’università di Cagliari.
Il libro di Francesco Occhetta nasce da due esperienze: l’impegno del Padre gesuita come redattore della rivista “La Civiltà Cattolica” e l’avventura, che da ormai dieci anni lo appassiona, di accompagnare nella formazione un centinaio di ragazzi, educandoli alla profondità dell’agire. Nel volume Occhetta offre una chiave di lettura sul momento che sta attraversando la nostra politica provando a rischiarare il clima di disorientamento che attraversa inevitabilmente anche il mondo cattolico. Secondo l’autore “Il Papa e la Chiesa non possono fare politica ma il loro ruolo richiede necessariamente una difesa dei valori che toccano i vari ambiti dell’agire dell’uomo”. Padre Occhetta per definire i populismi oggi, riprende il testo “La sociologia del partito politico”del 1912 dove Robert Michels li descrive come delle burrasche che si infrangono su governi e istituzioni, generando una forza che distrugge tutto ciò che trova. Essi crescono in circostanze particolari che in modo ciclico si ripropongono e proliferano in relazione all’aumento dei flussi migratori, della crisi economica, della spesa militare, trovando un terreno fertile in cui le classi dirigenti da popolari diventano aristocratiche. Occhetta individua dieci caratteristiche della cultura populista, tra cui la distinzione netta tra nord e sud politico, la disintermediazione, lo slittamento dal logos come parola ragionata al pathos come parola che fa paura, l’assenza di mediazione e il passaggio dalla democrazia rappresentativa a quella diretta.
Per lo scrittore c’è poi un dato di fatto preoccupante nell’epoca che stiamo vivendo: “Con l’avvento della Rete è radicalmente cambiato il modo di fare politica e di costruire il consenso, fagocitati come siamo da una cultura della spensieratezza nichilista. In questo scenario è urgente rifondare l’identità e l’appartenenza di noi cattolici al mondo politico, ripartendo proprio dai giovani e offrendo loro spazi di incontro fruttuosi per generare proposte concrete su grandi policy. Di qui il bisogno di un’area moderata in cui rispecchiarsi con uno sguardo su tutte quelle esperienze virtuose, ma solitarie di cui la nostra Italia è ricca”.