“Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa, una voragine da 5 miliardi di euro.
La Corte dei conti europea, recentemente, ha lanciato l’allarme sul Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa, un meccanismo destinato ad affrontare le cause dell’immigrazione clandestina e ad agevolare il rimpatrio dei migranti. Finanziato in parte dalle imposte e tasse dei cittadini Ue, il Fondo si sta rivelando un pozzo senza fondo da 5 miliardi di euro.
È evidente, secondo alcuni eurodeputati del gruppo dei Patrioti per l’Europa*, che la Commissione non ha tenuto conto delle raccomandazioni già formulate dalla Corte nel 2018.
Il Fondo, addirittura, sarebbe stato utilizzato dalle persone per facilitare la loro migrazione illegale tramite i trafficanti, criminali che, secondo gli eurodeputati, avrebbero anche avuto modo di appropriarsi degli stessi fondi. Un paradosso che il programma europeo, invece, mirava a combattere.
Su un campione di 115 investimenti esaminati, 33, infatti, sono risultati non più operativi, mentre 66 sono stati definiti “insostenibili”, senza contare l’assenza di controlli, come suggerisce, per esempio, la distribuzione di frullatori nelle scuoledi cucina dell’Africa subsahariana, notoriamente prive di elettricità. In Gambia, ancora, lo stesso beneficiario ha ricevuto due volte lo stesso aiuto per progetti avicoli inesistenti.
Per la Commissione Ue, il commissario Jozef Síkela si è limitato a dichiarare che “nel 2019 i Comitati operativi hanno approvato quadri operativi dettagliati per le tre finestre del Fondo fiduciario dell’UE per l’Africa (EUTF), che rappresentano la base per l’identificazione e la formulazione dei programmi”, lasciando più di un interrogativo sui sistemi di monitoraggio dei fondi europei in Africa.
Anche questa è l’Unione europea della Commissione von der Leyen.
*Fabrice Leggeri (PfE), Thierry Mariani (PfE), Julie Rechagneux (PfE), Philippe Olivier (PfE), Valérie Deloge (PfE), Malika Sorel (PfE), Julien Sanchez (PfE), Julien Leonardelli (PfE), Marie-Luce Brasier-Clain (PfE), Marie Dauchy (PfE), Anne-Sophie Frigout (PfE), Gilles Pennelle (PfE).
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