Fertilizzanti: cresce la dipendenza dell’Ue dalla Russia.
Andando oltre il “perimetro narrativo” delle massime istituzioni Ue, i cui slogan quotidiani puntano a sostenere “la vittoria economica europea” sull’impero del male di Vladimir Putin e, ancora, l’efficacia dei 14 pacchetti di sanzioni applicate dal mese di febbraio 2022 alla Federazione Russa, emerge il tema della preoccupante dipendenza dell’Ue dal “nemico” e della perdita di competitività del sistema economico europeo.
Mentre nel primo caso l’Ue è dovuta correre ai ripari, siglando accordi energetici con Paesi “non propriamente democratici” come l’Azerbaigian (da poco padrone di casa della Cop29, un vero e proprio smacco allo Stato di diritto) e con Paesi terzi (importatori delle stesse risorse fossili provenienti dalla Russia), nel secondo caso, come rilevato per esempio anche nel traffico aereo, l’Ue negli ultimi anni ha continuato a perdere il suo vantaggio competitivo grazie anche alle sanzioni europee adottate contro la Russia, a tutto vantaggio, peraltro, dei Big Player internazionali, Cina e Stati Uniti d’America, e dell’aumento dell’impatto ambientale.
Sempre sullo stesso binario, recentemente, si è assistito alla crescente dipendenza dei Paesi Ue dai concimi russi. Federazione Russa che nel tempo ha aumentato la propria produzione di fertilizzanti a basso costo utilizzando gas e gli stessi miliardi di euro che in precedenza alimentavano il bilancio russo attraverso gasdotti come Nord Stream stanno ora alimentando il bilancio di guerra della Russia attraverso le esportazioni di fertilizzanti realizzati con lo stesso gas.
In merito lo stesso esponente del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, Mariusz Kamiński, ha dichiarato che “l’allarmante aumento delle importazioni di fertilizzanti russi minaccia la sicurezza alimentare dell’UE, proprio come la dipendenza dal gas russo ha precedentemente minato la sicurezza energetica dell’Ue”.
Un fenomeno, come facilmente rilevabile, che sta producendo gravi conseguenze economiche. Un esempio è Zakłady Azotowe Puławy (big player della produzione di prodotti chimici) che si è tagliata fuori dal gas russo, ma il cui futuro è minacciato da un afflusso incontrollato di fertilizzanti russi a basso costo.
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