“Funzionano” le sanzioni alla Russia: le compagnie cinesi ampliano le rotte verso l’Ue.

Come emerso nel corso degli ultimi 34 mesi, i vari pacchetti di sanzioni contro la Russia, piuttosto che mettere in ginocchio il cosiddetto “impero del male” di Vladimir Putin, hanno messe in risalto numerosi casi di successo di elusione dei divieti imposti dall’Ue, specialmente grazie alla sponda offerta dai Paesi terzi (partner europei ovviamente) e, cosa più importante, prodotto degli effetti perversi per l’economia e le imprese europee.

Lo ricorda, per esempio, l’importante ampliamento delle rotte verso l’Europa messo in atto rapidamente dalle compagnie aeree cinesi che, dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono arrivate a controllare il 77% della quota di mercato sulle rotte tra Europa e Asia, con un significativo aumento rispetto al 2022, quando esso era pari al 55%. Nel frattempo, ricordano gli eurodeputati Christel Schaldemose (S&D) e Stine Bosse (Renew) “un certo numero di compagnie aeree europee sono state costrette a sospendere le loro operazioni in Cina, creando una competizione non uniforme, dove le compagnie aeree europee devono intraprendere lunghe e costose deviazioni nello spazio aereo russo a causa delle contro-sanzioni russe, mentre le loro controparti cinesi continuano a operare senza restrizioni”.

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Nel frattempo, per mero opportunismo geopolitico, l’UE, anche se suggerito, non ha certo avuto successo nell’implementazione di misure quali l’imposizione di sanzioni sui voli che utilizzano lo spazio aereo russo o la limitazione dell’accesso allo spazio aereo dell’UE per le compagnie aeree che utilizzano lo spazio aereo russo.

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