Il PD sardo stigmatizza il Governo nazionale ma non lo sperpero di risorse dell’ultima variazione di bilancio.
Continuano le note semiserie del Partito Democratico regionale. A tenere banco oggi la nota polemica del parlamentare del Partito Democratico Silvio Lai, critico verso la legge di bilancio del Governo Meloni. Un provvedimento, per l’esponente del PD, che allocherebbe ben poche risorse per risolvere la questione giovanile nel Sud Italia.
“E’ soprattutto l’universo giovanile a mandare i messaggi più drammatici che rivelano i danni del Governo – scrive Lai -. Su tutte un drammatico degiovanimento (o invecchiamento) che pesa su mezzogiorno e centro Italia nel prossimi 10 anni, frutto non solo dei cambiamenti demografici ma anche di scelte politiche. Svimez sottolinea la crescita dell’emigrazione giovanile e intellettuale sud nord, stimolata anche da interventi sulla finanziaria 2025, e la sparizione di decontribuzione sud a cui si aggiungono gli effetti dei tagli sul fondo unico universitario che nelle università del mezzogiorno bloccherà la totalità delle assunzioni e l’abbandono al loro destino di migliaia di ricercatori anche assunti con il PNRR che dovranno spostarsi al nord o all’estero”.
Insomma, se le critiche al Governo Meloni possono essere giustificabili, meno può esserlo il silenzio sui diversi milioni di euro spartiti (tra dirimpettai e associazioni amiche) nell’ultima variazione di bilancio da parte dei consiglieri/e del Campo largo, nel quale occupa una indubbia (quanto preminente) posizione lo stesso PD del deputato sardo.
Può allora ritenersi congruo e coerente l’affondo contro il Governo Meloni? Può avere senso lamentare “la desertificazione universitaria in Sardegna” mentre si buttano a mare milioni di euro nell’isola per finanziare murales, incontri one-shot e altre menate poco utili alla crescita del sistema Sardegna? Vale la pena di mandare comunicati critici verso l’inerzia del Governo Nazionale (che certo non sta brillando sul fronte delle politiche per l’inclusione dei giovani) sulla crisi demografica nell’Isola quando nel contempo si fa finta di niente sugli emendamenti puntuali dei propri colleghi di partito in Consiglio regionale? Emendamenti particolarmente paraculi data anche il tentativo di nascondere la paternità degli stanziamenti attraverso la firma a più mani da parte dei/dell consiglieri/e regionali.
Ha senso poi parlare di “crisi dovuta all’insularità” e ai “costi per i sardi” quando si perdono milioni di euro in inizative spot e senza alcuna evidenza pubblica? Perchè chiedere al Governo Meloni la convocazione di “un tavolo straordinario che individui una strategia e degli impegni per colmare il divario” se poi in Consiglio regionale anche i colleghi del PD continuano a stanziare risorse senza alcun progetto di sistema e senza la minima visione?
Silvio, prova a spiegarti meglio!
Sulla stessa linea di coerenza si puo’ tranquillamente accostare anche il collega del PD, Marco Meloni, anch’esso critico oggi verso il Governo Nazionale: “È fondamentale investire in infrastrutture sociali, nella sanità e nell’istruzione, garantendo risorse adeguate e continuità alle politiche di sviluppo. Il Mezzogiorno e le Isole sono stati abbandonati dal governo – dichiara Meloni -. Starà a noi del PD e del centrosinistra continuare a mettere al centro dell’agenda politica l’equità territoriale e il superamento dei divari”.
Con l’ultima variazione di bilancio (e probabilmente con i nuovi appuntamenti della manovra regionale) però, non si è visto questo slancio utilitaristico da parte del PD al Governo della regione. Come mai senatore?