Politiche giovanili: qualcosa si muove (non in Sardegna) in Italia.

Qualcosa, non nell’isola ovviamente, si muove sul fronte delle politiche giovanili. In Friuli Venezia Giulia, oggi, per esempio, è stato avviato per la seconda edizione il progetto regionale AttivaGiovani per orientare i giovani e aumentare il loro potenziale di occupabilità. Nulla di così disruptive, sia chiaro, ma l’idea di puntare a percorsi sostanzialmente operativi ed esperienziali per migliorare le competenze di base e trasversali con la collaborazione delle organizzazioni qualificate del territorio, si sta rivelando una buona pratica di successo per i giovani friulani.

Seconda fase del progetto, finanziato dal Fondo sociale Europeo con 3,5 milioni di euro, che vede allargarsi la rete del partenariato. Insomma, diversamente da quanto avviene in Sardegna, qualcuno/a nelle istituzioni regionali, crede alle sinergie e alla co-programmazione degli interventi per i giovani.

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Destinatari del progetto, ricordano dalla Giunta Fedriga, sono i cosiddetti “neet”, ovvero i giovani non impegnati nel mondo del lavoro né in attività di studio o formazione. Una categoria che, come ha evidenziato l’assessora regionale Alessia Rosolen, che in Friuli Venezia Giulia è rappresentata dall’11% della popolazione (il 3,4% in meno rispetto al 2018), contro una media nazionale del 16%: “Numeri che si pongono in linea con le tendenze registrate a livello europeo e che attestano la virtuosità degli interventi promossi dalla Regione per una cittadinanza attiva”.

Il programma prevede numerosi interventi a favore dei giovani dai 18 ai 35 anni residenti o domiciliati in Regione, che vanno da percorsi non formativi realizzati attraverso seminari, laboratori in piccoli gruppi e visite in azienda (“Giovani talenti in azione”), attività di accompagnamento e tutoraggio (“Giovani verso il futuro”) e attività propedeutiche all’attivazione di tirocini extracurricolari (“Giovani pronti per il futuro”). A questi si aggiungono azioni di formazione per i funzionari dei Comuni aderenti, i collaboratori e i volontari attivi nelle associazioni del
territorio e dei soggetti del partenariato.

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Nel frattempo, in Sardegna, si spendono milioni di euro in murales e dirimpettai (vedi emendamento approvato nell’ultima variazione di bilancio) e ci si lamenta con lo Stato nazionale, che non versa le “entrate erariali indebitamente trattenute”, per la mancanza di risorse per l’isola.