Mattarella chiede (ancora) interventi per l’inclusione dei giovani.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha provato ancora una volta, nel corso del suo intervento alla CNA, a chiedere, al Legislatore e all’Esecutivo italiano, interventi d’urto per l’introduzione di politiche attive mirate a facilitare ingresso nel lavoro dei giovani italiani e riportare al centro dell’agenda politica il tema della competitività del Paese.
Nazione, l’Italia, devastata dagli effetti dell’inverno demografico, dalla crisi del mantenimento della coesione sociale, dal crescente spopolamento (endemico in tutte le aree rurali d’Italia) e dove la rassegnazione tra i giovani, più di un sostantivo femminile, rappresenta ormai un nuovo benchmark negativo per la politica italiana che, nonostante ingenti risorse (ricordiamolo il “salvifico Pnrr”), non riesce ad andare oltre la riserva del 15% per i volontari del Servizio Civile Universale e l’abbattimento dei contributi per l’assunzione dei giovani per l’inclusione lavorativa dei giovani italiani.
Da qui l’ennesimo monito del Presidente Mattarella (se mai possa servire a qualcosa) rivolto verso il Legislatore e l’Esecutivo italiano: “L’inclusione dei giovani realizza un modello virtuoso in grado di rendere l’Italia ancor più competitiva nel contesto internazionale, creando le condizioni per una crescita sostenibile, equilibrata e duratura, esemplare sostegno alla coesione sociale”.
“Qualificazione professionale e formazione – conclude – sono fattori chiave su cui calibrare l’adozione di politiche attive volte a facilitare l’ingresso dei giovani in ogni forma e struttura imprenditoriale”.
Servirà a qualcosa l’ennesimo appello del Presidente Mattarella? Per quello che si è visto negli ultimi lustri ne dubitiamo.
foto Quirinale.it