Ucraina. I Paesi del G7 “restano indietro”: “Fermo sostegno all’Ucraina”.

Mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz conclude autonomamente la prima telefonata ufficiale – in due anni – di un esponente europeo con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, per riportare al diplomazia al centro nel conflitto russo-ucraino, i leader del G7 dimostrano di non essere al passo con i tempi.

A ricordare l’ultima uscita “poco sostanziale e non in linea con i nuovi tempi”, la nota odierna dei leader del G7 a sostegno del Governo di Kiev (illegittimo dal 24 maggio 2024, ricordiamolo).

“Noi, i leader del Gruppo dei Sette, riaffermiamo il nostro fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario. Rimaniamo solidali nel contribuire alla sua lotta per la sovranità, la libertà, l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sua ricostruzione. Riconosciamo anche l’impatto dell’aggressione della Russia sulle persone vulnerabili in tutto il mondo. Dopo 1.000 giorni di guerra – prosegue l’inutile nota del Gruppo dei Sette – riconosciamo l’immensa sofferenza sopportata dal popolo ucraino. Nonostante queste difficoltà, gli ucraini hanno dimostrato una resilienza e una determinazione senza pari nel difendere la propria terra, la propria cultura e il proprio popolo. La Russia resta l’unico ostacolo ad una pace giusta e duratura. Il G7 conferma il proprio impegno a imporre gravi costi alla Russia attraverso sanzioni, controlli sulle esportazioni e altre misure efficaci”.

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Una nota (per quello che possono contare le “annotazioni generali” del G7) che, di fatto, aggiunge poco alla narrazione degli ultimi 32 mesi “per la difesa dell’Ucraina e della guerra per interposta persona”, caratterizzandosi per la sua illogicità alla luce dell’ imminente cambio di passo avviato con la vittoria (schiacciante) di Donald J. Trump alle ultime elezioni presidenziali americane dello scorso 5 novembre.

Una svolta epocale – si rassegnino “i presunti democratici” – che porterà sostanzialmente i principali attori del conflitto a terminare le ostilità e la fine del successo politico di qualche presidente attore.

Nel frattempo, però, l’effort messo in campo dalla residua amministrazione democratica e le “inutili note dei Grandi Sette” sembrano voler confermare l’esigenza di mantenere alta l’escalation tra Ucraina e Russia.

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foto governo.it