Cresce il nervosismo a Kiev, Zelenskyy: “Cessare il fuoco è impossibile”.
Si inizia a far sentire il cambio di passo negli Stati Uniti d’America. Dopo i segnali di distensione da USA e Russia, dove i rispettivi presidenti hanno espresso l’intenzione di incontrarsi a breve per risolvere la questione Ucraina, si confermano anche i timori per il futuro politico del presidente illegittimo (dal 24 maggio 2024), Volodymyr Zelenskyy, affrettatosi ieri, nel corso della conferenza di Budapest, a ribadire che “è irresponsabile proporre un cessate il fuoco in Ucraina senza fornire al Paese garanzie di sicurezza”.
Leader ucraino che nella guerra alla Russia ha trovato la sua fortuna politica, condannando un intero Paese ad anni di morte e devastazione e a un futuro fatto di indebitamento e ricostruzione manovrata dai cosiddetti “partners e alleati occidentali”. Insomma, un bel colpo per le prossime generazioni di ucraini/e.
Nonostante ciò per Zelenskyy parlare di un cessate il fuoco “è pericoloso” e potrebbe preparare “il terreno per la continua occupazione dell’Ucraina e la distruzione della sovranità”. In effetti, senza più il manovratore della guerra per conto terzi (l’ormai evaporata Amministrazione Biden), sarà difficile per Zelenskyy ricoprire ancora un ruolo di primo piano nella crisi geopolitica in Ucraina. E, viste anche le dichiarazioni lette nelle ultime 48 ore, il nervosismo del “pessimo attore” è comprensibile.
Da qui l’esigenza per Zelenskyy di mettere ancora il mondo occidentale contro Putin e la Federazione Russa, forse nella speranza di rinvigorire la narrazione pro escalation confermata negli ultimi 31 mesi: “Le proposte per il cessate il fuoco provengono da coloro che non hanno vissuto la guerra, non ne comprendono le conseguenze e i rischi, e da coloro che dialogano con Putin ma non hanno mai avuto una guerra con lui”.