Farmaci automedicazione, 90% italiani vuole più consapevolezza su uso.

Oggi, in uno scenario di trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale, il 90% degli italiani ritiene importante avere una maggiore consapevolezza della propria salute e chiede di essere maggiormente sensibilizzato sulle possibili soluzioni di cura per evitare abusi, sprechi di risorse e accessi impropri al sistema pubblico. È il dato principale che emerge dalla ricerca promossa da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), parte di Federchimica, realizzata dall’Istituto di Ricerca SWG, presentata oggi a Roma in occasione dell’evento dal titolo ‘La trasformazione in atto del SSN. L’impegno del settore dell’automedicazione per la sanità territoriale‘. All’evento, che si è svolto a Palazzo Baldassini, hanno preso parte diverse istituzioni e rappresentanti di categorie professionali di medici e farmacisti oltre che organizzazioni di cittadini.

La ricerca, condotta su un campione di 1.686 cittadini maggiorenni (rappresentativi della popolazione italiana per genere, età, zona geografica di provenienza e titolo di studio) è in continuità con quella svolta nel 2022 e analizza le abitudini di cura degli italiani e il loro il rapporto con i medicinali di automedicazione, nonché il ruolo cruciale dei professionisti sanitari di prossimità nel favorire una sanità territoriale più sostenibile e accessibile ai cittadini. “Gli italiani risultano, ancora una volta, ampiamente soddisfatti dei servizi offerti da farmacie e medici di famiglia con un gradimento elevatissimo e generalizzato- hanno fatto sapere- Medici di medicina generale e farmacisti restano i primi interlocutori di salute sul territorio, a partire proprio dai più comuni disturbi di salute: le farmacie si confermano presidi sanitari diffusi e capillari e, in molti casi, rappresentano un fondamentale hub informativo per orientarsi tra i servizi e le prestazioni sanitarie possibili e per risolvere malanni quotidiani, mentre il medico di famiglia resta una figura chiave, un riferimento costante per la malattia e la cura delle famiglie italiane”.

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Nel quadro di un percorso di responsabilizzazione dei cittadini, in merito alla gestione della propria salute, Assosalute ha voluto quindi offrire il proprio contributo al dibattito sull’accesso alle cure e alla sostenibilità del modello di presa in carico universalistico garantito dal Servizio Sanitario Nazionale, in virtù dell’esistente collaborazione con i principali referenti per la salute dei cittadini e delle diverse iniziative portate avanti con i suoi partner, per “favorire l’alfabetizzazione sanitaria quale elemento fondamentale per una presa in carico della salute a iniziare dalle scelte sul piano individuale”. In tal senso, il settore dei farmaci di automedicazione assume e potrà assumere in futuro “un’importanza crescente- hanno sottolineato- promuovendo un approccio alla salute e all’uso dei medicinali più autonomo e consapevole da parte dei cittadini”. In una sanità in evoluzione, il ricorso ai farmaci di automedicazione rappresenta inoltre una “soluzione concreta per ridurre la pressione sul sistema, contribuendo alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.

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Il 70% degli italiani, intanto, è in grado di identificare il bollino rosso sorridente che contraddistingue i farmaci da banco e 2 italiani su 3 sanno che i farmaci di automedicazione non necessitano di prescrizione medica. “Questo indica una buona conoscenza della popolazione riguardo alle caratteristiche e all’uso appropriato di questi medicinali- hanno aggiunto gli esperti durante l’evento- evidenziando quanto l’educazione sanitaria sia importante per promuovere una corretta gestione della propria salute”.

Da questo scenario, ha sottolineato infine Michele Albero, presidente di Assosalute-Federchimica, emerge “con chiarezza un quadro dove il territorio esprime un potenziale reale di assistenza che può davvero contribuire a un Servizio Sanitario Nazionale più capace nel dare risposte di cura appropriate e tempestive là dove queste si manifestano”. Questo può avvenire anche grazie a un approccio “più maturo delle persone nelle scelte di salute e cura di disturbi lievi, grazie anche al supporto, che si è dimostrato ancora una volta irrinunciabile, di farmacisti e medici di famiglia. Occorre quindi favorire lo sviluppo di modelli di presa in carico da parte dei referenti territoriali- ha aggiunto- per un equo accesso alle cure e prossimità dell’assistenza; incrementare le campagne di informazione e educazione al cittadino sui temi della salute, così da accrescere la cultura sanitaria del Paese. E, non da ultimo, favorire un appropriato allargamento dell’offerta di farmaci di automedicazione per rispondere in modo appropriato alla crescente responsabilità dei cittadini nelle decisioni che riguardano la propria salute, contribuendo, al contempo, a una maggiore sostenibilità del sistema pubblico”, ha concluso.

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