Ue su soldati nord coreani in Russia: “Violazione del diritto internazionale”.

Mentre per l’Ue mettere mano al proprio bilancio, inviando armi e assistenza macrofinanziaria a un Paese con l’Ucraina rappresenta un’azione in linea con il diritto internazionale, l’invio di soldati nord coreani in Russia è da bollare come “una violazione del diritto internazionale”.

Un assioma, tutto europeo, che si muove lungo il binario del “doppio standard” di valutazione dell’Ue sulle questioni di politica estera. Unione per la quale l’arrivo di soldati nord coreani costituisce un “atto ostile unilaterale con gravi conseguenze per la pace e la sicurezza europea e globale”.

Chissà! Forse mandare armi, aumentare la spesa militare europea per rimpinguare gli arsenali del Governo di Kiev (peraltro senza alcun monitoraggio convincente sulla destinazione finale delle forniture militari) e ripudiare la carta diplomatica, come fatto negli ultimi 31 mesi di guerra in Ucraina, potrebbe rappresentare una strategia priva di implicazioni per la “sicurezza europea globale” per la democratica Ue…

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Europa e USA, però, che non hanno mai espresso alcuna autocritica verso l’occupazione di aree geografice storicamente sotto l’influenza della Federazioni Russa, come avvenuto dalla metà degli anni ’90 e con il successivo allargamento ad Est dell’Ue, affermando che tale azione non ha creato precedenti per diffondere “instabilità ed escalation nella regione e in tutto il mondo”, come invece viene da mesi detto per la Russia di Vladimir Putin.

Che dire poi della condanna, sempre dell’Unione Europea, verso la cooperazione militare e i trasferimenti di armi tra la RPDC e la Russia, che, secondo l’odierna narrazione “diversamente critica”, “violano in modo flagrante molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Nessun problema e nessuna violazione. Le armi europee e americane sono democratiche, quelle russe, coreane e iraniane invece…

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Qualcuno, quindi, continua a peccare di coerenza dalle parti dei vertici Ue e Usa per poter affermare ciò, alla luce degli oltre 150 miliardi di armi inviate al Governo di Kiev negli ultimi 31 mesi. Ucraina, peraltro, che, nonostante stia conducendo una “guerra per interposta persona” sta ricevendo continuamente il diniego dei partners e alleati per il cosiddetto Piano della Vittoria di Zelenskyy, confermando, così, che nessuno vuole sostanzialmente gli Ucraini nella NATO e nell’Ue. Figuriamoci dare in mano al “presidente illegittimo” le armi a lungo raggio per scatenare la terza guerra mondiale.

Senza contare, poi, l’unilateralità delle recenti sanzioni dell’Ue all’Iran, decise sulla base di presunte prove (non verificate) circa la consegna di missili iraniani a Mosca. Azioni, tutt’altro che qualificanti per l’Ue, più in linea con la dottrina Cheney piuttosto che con un leader globale dei diritti.

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Immancabile, poi, la narrazione europea basata sulla disinformazione nel tentativo di screditare ulteriormente l’avversario: “La Russia – si legge nella nota del Consiglio dell’Ue – sta intensificando e sta cercando disperatamente qualsiasi aiuto per la sua guerra, anche da attori che stanno gravemente lavorando contro la pace e la sicurezza globali”. Fornire armi e macroassistenza finanziaria a un Paese con uno dei tassi di corruzione più alti al mondo e per di più irrispettoso dello Stato di diritto e dell’autodeterminazione dei popoli, come rilevato con la popolazione del Donbass, invece, non rappresenta per l’Ue una violazione del diritto internazionale e della pace.

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