Prostituzione, il Consiglio d’Europa va verso la liberalizzazione.

Il 3 ottobre i membri dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa voteranno una risoluzione volta a liberalizzare la prostituzione in Europa.

Secondo questa risoluzione, la prostituzione sarebbe considerata un lavoro regolare e le prostitute sarebbero descritte come persone che lo svolgono liberamente, spinte dal sincero desiderio di essere “lavoratrici del sesso”.

Ciò significherebbe l’abolizione di tutte le sanzioni penali, anche nei confronti di clienti e sfruttatori, che diventerebbero, di fatto, datori di lavoro.

Ma, spiegano i critici, nessuno sceglie la prostituzione liberamente e per piacere . La maggior parte delle prostitute sono purtroppo vittime di reti di traffico internazionali.

Tra i contrari alla risoluzione del Consiglio, spicca l’European Centre for Law and Justice, promotore di una petizione contro il provvedimento in votazione il prossimo 3 ottobre.

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“Diciamo no alla risoluzione sulla normalizzazione della prostituzione al Consiglio d’Europa. La prostituzione non è un lavoro, ma una violazione della dignità e dell’integrità fisica delle donne che espone sistematicamente alla violenza ed è strettamente collegata alla tratta di esseri umani”.

Dietro la motivazione del consiglio, secondo i promotori della petizione, si nasconderebbero interessi miliardari: “Questa bozza di risoluzione che normalizza la prostituzione è chiaramente opera di lobby che di recente sono intervenute presso le Nazioni Unite e la Corte europea dei diritti dell’uomo, per far sì che si affermasse che la prostituzione è una libertà. Ma non ci sono riusciti, quindi stanno cercando di convincere l’Assemblea del Consiglio d’Europa ad approvare una risoluzione in tal senso”, concludono dall’ECLJ.

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