Garlatti: “Dare ai giovani diritto di iniziativa nei provvedimenti che li riguardano”.

I ragazzi e le ragazze del Paese non si sentono coinvolti nelle decisioni, soprattutto in quelle che vengono prese a livello politico. Una non novità, guardando per esempio la governance del Fondo nazionale per le politiche giovanili, ricordata oggi da un’indagine compiuta su un campione di 72 rappresentanti delle consulte studentesche, promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Un lavoro di ricerca per il quale solo il 18,3% dei giovani si sente abbastanza o molto coinvolto nelle decisioni prese a livello istituzionale, mentre in un campione di 107 giovani tra i 14 e i 17 anni impegnati nel Terzo settore o in altre forme di partecipazione cittadina la percentuale sale al 28,3%.  

“Servirebbe introdurre nell’ordinamento una legge che preveda la consultazione dei minorenni come un passaggio obbligatorio dell’iter per l’adozione di atti amministrativi e normativi nelle materie che direttamente o indirettamente li riguardano” dice l’Autorità garante Carla Garlatti. “Andrebbe anche attribuito alle persone di minore età un potere di iniziativa e proposta in materia”.  

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Ai ministeri che hanno competenze su infanzia e adolescenza e alle Regioni l’Autorità chiede di promuovere spazi adeguati di informazione, partecipazione, ascolto e consultazione. “Abbiamo riscontrato l’esistenza di buone pratiche in tal senso nel nostro Paese. Occorre che vengano valorizzate e prese a esempio per creare un ‘sistema’ che consenta ai ragazzi di sentirsi parte attiva nei diversi contesti: dalla scuola allo sport, dall’associazionismo alla famiglia”. 

Sicuramente, non saranno pervenute iniziative e buone pratiche dalla Regione Sardegna, dove il Legislatore non mette mano dal lontano 1999 e dove le maggioranze al Governo della Regione non hanno interesse ad attivare un fattivo lavoro sinergico con i giovani e le organizzazioni qualificate. Dettagli, forse, per un Paese dove cresce l’analfabetismo sociale dei giovani e dove il fenomeno dello spopolamento e del calo della natalità continua a non essere analizzato e affrontato dal basso.

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Una particolare attenzione, all’interno del lavoro di ricerca, è stata dedicata all’ascolto e alla partecipazione dei minori stranieri non accompagnati. Per essi l’Autorità chiede a enti locali e al terzo settore di garantire spazi sicuri e adeguati di socializzazione anche al di fuori delle comunità di accoglienza. 

“La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce a tutti i bambini e i ragazzi il diritto a essere ascoltati, a noi adulti spetta di coinvolgerli e renderli parte attiva in ogni decisione che li riguardi, a tutti i livelli”, ricorda Garlatti. “Assicurare ai minorenni occasioni e possibilità di partecipazione non significa ‘concedere’ loro qualcosa oppure offrire loro una parte del nostro spazio, ma riconoscere un loro diritto”.  

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Nell’occasione, è stata presentata una guida pratica sulla partecipazione rivolta direttamente ai minorenni. La “Guida alla partecipazione attiva di ragazze e ragazzi. Una bussola per orientarsi” offre in 39 pagine la risposta a una serie di domande come “cosa significa partecipare?”, “quali sono gli ostacoli alla partecipazione?”, “perché́ la mia partecipazione è importante?”, “come deve essere la partecipazione?”, “dove posso partecipare?” e “da dove iniziare?”.