Putin visita la Mongolia, Ue: “Rammaricati per mancata esecuzione arresto”.

L’Unione europea, dopo aver preso atto della visita del Presidente russo Vladimir Putin in Mongolia, ha espresso le proprie critiche verso le autorità mongole, colpevoli, nonostante l’appartenenza dello Stato allo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, di non aver applicato il mandato di arresto emesso nei confronti del presidente della Federazione Russa.

“L’UE si rammarica che la Mongolia non abbia rispettato gli obblighi previsti dallo statuto di eseguire il mandato di arresto. Il presidente Putin è sottoposto a mandato di arresto da parte della CPI per crimini internazionali, in particolare per i presunti crimini di deportazione illegale e trasferimento illegale di bambini dai territori ucraini temporaneamente occupati nel contesto della sua guerra illegale di aggressione contro l’Ucraina. L’UE – conclude la nota – ribadisce il suo incrollabile sostegno alla CPI e all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale”.

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Sulla questione non si è fatta attendere la replica del Cremlino: “Il mandato di arresto della Corte penale internazionale non sarà in grado di limitare i contatti del presidente russo Vladimir Putin con i Paesi interessati” ha detto ai giornalisti il ​​portavoce di Putin, Dmitry Peskov. “Tutta questa storia con la CPI non può e non sarà una limitazione nello sviluppo delle relazioni della Russia con gli Stati partner interessati a sviluppare relazioni bilaterali con il nostro Paese”.

foto Kremlin.ru