Non ci sono medici, l’Ascot di Oristano apre ai pensionati.

Dopo il flop dell’ultima chiamata in tutta la Regione Sardegna per i medici di medicina generale, alla quale hanno risposto 47 studenti del corso triennale della relativa specializzazione, ai quali (va rimarcato per far capire il disastroso stato della sanità in Sardegna) è ora permesso di insediarsi in una sede con un massimale di 1000 pazienti, l’Asl di Oristano, in assenza di medici e per effetto di legge, apre ora ai camici bianchi in pensione per le collaborazioni nei 32 Ascot del territorio oristanese, ovvero negli ambulatori straordinari di comunità territoriali.

“I medici in quiescenza che aderiscono ai progetti aziendali di assistenza primaria – si legge nella nota dell’Asl di Oristano – potranno essere dotati, per effetto della legge regionale 12 del 20 agosto 2024, dei ricettari per la prescrizione ai pazienti di visite specialistiche, esami diagnostici e farmaci sino al 31 dicembre 2024”.

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Insomma, si continua a navigare a vista nella sanità sarda, sempre più a corto di medici. Una pezza, però, accolta positivamente dall’Asl 5: “Questa importante novità permetterà, di fatto, di reclutare i medici in pensione disponibili ad aderire al progetto pilota degli Ascot, ma che, non potendo utilizzare il ricettario, erano finora impossibilitati ad effettuare prescrizioni. In questo modo potremo ampliare il numero di professionisti da impiegare nel territorio per garantire l’assistenza sanitaria ai cittadini privi di medico di famiglia, rinforzando in particolare le aree geografiche in maggiore sofferenza”, ha dichiarato il direttore generale Angelo Serusi.

Se si pensa poi all’incremento dei medici gettonisti nella sanità sarda (criticati dall’attuale maggioranza nella precedente Legislatura) che possono operare solo per i codici bianchi e verdi (guadagnando peraltro più dei medici assunti nelle aziende sanitarie locali), il senso della necessità è assolutamente palpabile e si può dire che senza una programmazione, che darà i propri frutti tra diversi anni, difficilmente si potrà aggirare l’ineluttabile mancanza di servizi sanitari nell’Isola.

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