Sicilia, è un C-46 della Seconda guerra mondiale l’aereo ritrovato in mare.
Dopo una serie di indagini è stato identificato il relitto di un aereo ritrovato in mare nel 2023 al largo di Sciacca. Gli accertamenti, portati avanti con la supervisione scientifica della Soprintendenza del Mare dell’assessorato regionale dei Beni culturali, hanno permesso di stabilire con certezza che si tratta di un Curtiss C-46 Commando, affondato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il relitto dell’aereo era stato scoperto nel marzo del 2023 da un team di ricerca del dipartimento Scienza della Terra e del Mare dell’Università di Palermo, in collaborazione con Ispra, e la presenza era stata confermata da una successiva immersione esplorativa. Nell’immediato non era stato possibile accertare il modello dell’aereo a causa della scarsa visibilità dovuta alla vicinanza delle foci dei fiumi Verdura e Platani e all’intensa attività di pesca a strascico nella zona. Proprio questo tipo di attività ha causato danni al relitto: elementi dell’aereo come l’elica del motore sinistro, il piano verticale di coda e la parte superiore della fusoliera risultano, infatti, rimossi o danneggiati a causa delle reti.
Le indagini per identificare l’aereo, dunque, si sono basate sull’individuazione di alcuni particolari costruttivi dei motori, sulla presenza dell’elica quadripala e sull’ispezione degli interni della fusoliera. Questi elementi si sono aggiunti a una testimonianza di un pescatore, raccolta in precedenza, che tra il 1943 e il 1944 aveva soccorso quattro aviatori statunitensi dopo che il loro aereo era precipitato in mare. Un racconto che coincideva anche con la circostanza che il pilota fosse sopravvissuto.
Tutti gli elementi raccolti hanno permesso di ricondurre il relitto a un modello C-46 che era stato consegnato nel maggio del 1944 alle forze aeree degli Stati Uniti e il 21 luglio successivo fu costretto a un ammaraggio a sud di Sciacca a causa dell’esaurimento del carburante. Questo relitto è l’unico perso nel Mediterraneo Centrale: i C-46 erano infatti ordinariamente impegnati nei teatri di guerra asiatici e, con minore frequenza, in nord Africa ed Europa.