Hamas respinge l’ultima proposta di tregua a Gaza.

Hamas, il movimento di “resistenza palestinese” per anni sostenuto dai governi Netanyhau con l’obiettivo di sostenere la politica del “divide et impera” con l’Autorità Palestinese e contrastare la cosiddetta soluzione “dei due Stati”, ha respinto ieri notte l’ultima proposta di cessate il fuoco a Gaza discussa in Qatar, attribuendo il fallimento dei colloqui al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che avrebbe imposto nuove condizioni e creato ostacoli al raggiungimento di un accordo.

“Dopo aver ascoltato i mediatori su quanto accaduto nell’ultimo round di colloqui a Doha, ci è diventato chiaro ancora una volta che Netanyahu continua a creare ostacoli al raggiungimento di un accordo, con la proposta di nuove condizioni e richieste con l’obiettivo di far deragliare gli sforzi dei mediatori e prolungare la guerra”, ha affermato Hamas nella sua dichiarazione.

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Una nuova proposta considerata “in linea con le condizioni di Netanyahu, in particolare il suo rifiuto di accettare un cessate il fuoco permanente, la sua insistenza nel non ritirarsi completamente dalla Striscia di Gaza e la sua richiesta di continuare a occupare il bivio di Netzarim e il valico di Rafah”.

Guerra, quindi, che prosegue nonostante gli oltre 40mila morti e i quasi 100mila feriti solo a Gaza, senza contare la disastrosa situazione umanitaria che continua a ripresentarsi quotidianamente a causa delle restrizioni israeliane all’ingresso di cibo e altre forniture di base.

Nel frattempo, il segretario di Stato americano Antony Blinken, che si trova in Israele, arriverà al Cairo martedì per partecipare alle negoziazioni per il cessate il fuoco. Secondo Blinken, l’attuale ciclo di colloqui sulla Striscia di Gaza rappresenterebbe “l’ultima possibilità” per restituire gli ostaggi e raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Ma, guardando al recente investimento di 20 miliardi di dollari in armamenti a sostegno della “difesa di Israele” è difficile credere alla sostanzialità dell’effort del rappresentante americano per la ricerca della pace.

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