Medio Oriente: gli USA vogliono scoraggiare la guerra ma mandano jet da combattimento.

Ci sarebbe ancora spazio per la diplomazia in Medio Oriente per gli Stati Uniti d’America, come dichiarato in nottata dal portavoce del Pentagono, Pat Ryder, rappresentante di una nazione che, negli ultimi giorni, ha inviato nuove unità militari nell’area del cosiddetto Comando Centrale (il Centcom).

In particolare sono stati inviati altri aerei F-22 Raptor nella regione mediorientale, gli F-35C Lightning II, l’USS Abraham Lincoln e l’USS Georgia, un sottomarino con missili guidati, senza contare che nella regione del Centcom sono ora presenti oltre 40000 militari statunitensi. Insomma, sul fronte della diplomazia gli USA confermano la propria indole e, laddove, la controparte non si presenti al tavolo di giovedì o, peggio, rifiuti la proposta unilaterale di Israele, l’escalation potrebbe essere più che assicurata.

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D’altronde il rafforzamento della “postura militare” statunitense in tutto il Medio Oriente rappresenta già un ottimo indizio a sostegno della recrudescenza delle ostilità, con la novità, però, dell’Iran (vittima del recente atto terroristico di Israele) che da quasi una settimana attende di sferrare il proprio attacco nella regione mediorientale. 

Ma, sullo sfondo, gli Stati Uniti, secondo la narrazione condivisa da Ryder, vogliono impedire una guerra regionale più ampia in Medio Oriente: “Nessuno vuole vedere un’escalation. Nessuno vuole vedere un conflitto regionale più ampio. Quindi, si spera, di non dover impiegare queste nuove capacità militari. Ma se ne avremo bisogno per la difesa di Israele, lo faremo”.

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foto Navy Petty Officer 1st Class Alexander Kubitza, DOD