Migrazione: i Paesi Ue continuano per la “propria strada”.

Due Paesi europei, negli ultimi tempi, hanno aperto la strada alla lotta all’immigrazione illegale adottando provvedimenti non concertati nelle apposite sedi europee. A rimarcarlo l’esponente di Identità e Democrazia, Annika Bruna, condividendo il caso italiano che, fuori dagli schemi, ha stipulato un accordo migratorio con l’Albania per il trasferimento dei migranti salvati in mare nei centri di detenzione albanesi, e, ancora, il Regno Unito che, seppur fuori dall’Ue, ha concluso una intesa con il Ruanda per l’invio dei richiedenti asilo respinti.

Accordi, quindi, nati senza una discussione in sede europea e accomunati dalla gestione delle domande di asilo in Paesi terzi, oppure l’espulsione dei richiedenti asilo verso altri Paesi terzi.

Dovuta, quindi, la richiesta alla Commissione per capire se questa potrebbe essere la nuova strada da intraprendere all’interno dell’Ue per la gestione della migrazione, con l’aumento del numero di intese bilaterali tra singoli Stati membri e Paesi terzi.

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Dubbi, evidenziati dall’eurodeputata, anche sugli accordi dell’Ue siglati con la Tunisia, la Mauritania e l’Egitto.

Per la commissaria Ylva Johansson, intervenuta in risposta all’interrogazione dell’esponente di ID, il Patto sulla migrazione e l’asilo riflette un approccio di gestione della migrazione che coinvolge l’intero governo, garantendo coerenza ed efficacia tra le azioni intraprese dall’UE e dagli Stati membri. La Commissione lavora con un approccio condiviso per approfondire partenariati globali basati su interessi reciproci. Il quadro giuridico dell’UE – prosegue – non prevede l’elaborazione extraterritoriale delle domande di asilo. L’azione esterna dell’UE mira a sostenere i Paesi terzi che ospitano rifugiati e ad aumentare costantemente gli accordi bilaterali con i Paesi terzi sulla riammissione dei loro cittadini che non hanno il diritto di soggiornare nell’UE”.

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Sullo stato degli accordi con i Paesi extra-Ue sottoscritti dalla Commissione von der Leyen, la commissaria ha poi dichiarato che “si sta attuando il Memorandum d’intesa con la Tunisia e la Dichiarazione congiunta UE-Mauritania su un partenariato sulla migrazione per approfondire partenariati strategici e globali di reciproco interesse, tra cui sicurezza migratoria, sviluppo economico, energia e commercio. Ciò include i finanziamenti contro il traffico di migranti, l’invio di aiuti umanitari per i rifugiati e supporto alle comunità ospitanti. Il partenariato strategico e globale tra Unione ed Egitto – ha aggiunto – mira ad approfondire la loro comune stabilità, pace e prosperità. Copre sei pilastri chiave ed è sostenuto da un sostegno finanziario e di investimento di 7,4 miliardi di euro. L’UE ha una cooperazione di lunga data con il Marocco. Nel 2022, la Commissione ha lanciato un partenariato operativo anti-traffico e, nel 2023, nuovi programmi di cooperazione con il Marocco sulla transizione verde, la migrazione e le riforme. Il sostegno finanziario dell’UE alla migrazione copre in particolare la gestione integrata delle frontiere, la lotta al traffico e alla tratta di esseri umani, la protezione, il sostegno alla migrazione per motivi di lavoro e i rimpatri volontari assistiti”.

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